Le Borse saliranno ancora: cosa monitorare a livello intermarket
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Di seguito riportiamo l'intervista a Pietro Paciello, Head of Business Development and Chief Analyst presso Tier1FX, al quale abbiamo rivolto alcune domande sulle valute, su alcune commodities e sugli scenari attesi per le Borse. Pietro Paciello è autore del libro appena pubblicato TRADING PLAN. Per info clicca qui
I mercati azionari hanno reagito positivamente ai dati sul lavoro Usa che pure hanno deluso le attese. Come spiega questa reazione?
I numeri diffusi oggi sul mercato del lavoro sono stati bruttini, ma c'è da dire che le Borse oggi temono i mercati molto belli o molto brutti. Questi ultimi fanno paura perchè di fatto danno un segnale sconfortante su questa asfittica ripresa dell'economia, mentre si temono i dati molto belli perchè sarebbero un lascia passare per nuovi rialzi dei tassi di interesse da parte della Fed.
Quello di oggi è un dato che piace alle Borse perchè è mediamente neutrale e potrebbe favorire un allungo dei mercati azionari. Tanti dicono che l'indice S&P500 è ormai su livelli troppo alti, ma a livello intermarket abbiamo ancora un semaforo verde per l'equity e non vedo segnali di debolezza imminente.
L'oro è in pausa e il dollaro è in recupero contro yen e questo indica ancora accumulazione sull'azionario.
Piazza Affari è un po' in ritardo per vicende endogene, ma dal punto di vista pratico il mercato vuole salire.
Come alert warning sull'azionario, che a mio parere mantiene un'impostazione positiva, mi sembra che la dinamica del Dax sia molto bene costruita. Il consiglio è di guardare con attenzione l'indice tedesco che ha fatto un pull back rialzista in area 10.300 e fino a quando i corsi si manterranno al di sopra di questa vecchia soglia di resistenza che ora funge da supporto, non ci saranno motivi per temere sull'azionario.
Solo un Dax30 sotto i 10.000 punti mi farebbe cambiare idea, diversamente le Borse potranno salire ancora bene. l
Il dollaro-yen si sta apprezzando con decisione dopo i dati Usa, mentre il biglietto verde appare meno tonico di recente nei confronti dell'euro. Cosa può dirci per questi due cambi?
Mi aspetto un test molto importante per il dollaro-yen, per il quale è cruciale una chiusura sopra area 104 e se verrà superata la resistenza dinamica di lungo termine oltre questa soglia, si avrà un'accelerazione del dollaro nei confronti dello yen. La svalutazione della divisa nipponica rilancerà il Nikkei e come effetto domino un po' tutti i listini azionari.
Se il dollaro-yen chiuderà sopra quota 104 le Borse non scenderanno e mi aspetto un grande impulso con primo target a 107, oltre cui avremo una grande resistenza a 109 che sarà meno facile da superare.
Per l'euro-dollaro è meno pulita la situazione graficamente parlando, perchè su dollaro-yen si vede con chiarezza l'area di resistenza a 104, mentre mi sorprende un po' l'euro-dollaro che ha una forza relativa non indifferente. Contestualmente al test dei 104 da parte del dollaro-yen, mi sarei atteso un euro-dollaro verso area 1,105, supporto dinamico molto importante.
Sono sorpreso dalla tenuta dell'euro-dollaro in questo momento, ma non è escluso che si indebolisca nelle prossime ore.
L'oro sta provando a recuperare terreno dopo essere stato penalizzato dalle vendite di recente. Quali sono le sue previsioni nel breve?
L'oro è perfetto graficamente e il territorio è segnato, tanto che credo che tutti conoscano i riferimenti tecnici chiave per il gold. Quest'ultimo tornerà straordinariamente positivo solo se riuscirà a superare una profonda resistenza che transita in area 1.350 dollari l'oncia.
Una chiusura settimanale al di sopra di tale soglia spazzerà via ogni positività dai mercati azionari e irrimediabilmente farebbe volare l'oro e scendere il dollaro.
Fino a quando il gold si manterrà al di sotto dei 1.360/1.350 dollari l'azionario sarà in una botte di ferro.
Il petrolio si è riportato poco sopra i 44 dollari al barile dopo i dati sul lavoro Usa. Il recupero in atto è destinato a durare?
Sono un po' sorpreso dal recupero attuale del petrolio che a mio pare avrebbe dovuto correggere ancora un po'. Si tratta di un movimento ribassista contenuto, ma mi sarei aspettato un petrolio che riuscisse a completare la dinamica discendente.
A mio avviso il greggio deve toccare area 42 dollari prima di tornare ad essere comprato, trovandosi in una dinamica di trading range molto ben definita con una zona supportiva a 42 dollari e una resistenza sopra 49,5 euro.
Fino a quando i corsi si manterranno in questo intervallo non ci saranno stimoli ed impulsi per i titoli del settore oil come ENI.
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