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Ancora crisi Grecia: questa volta i soldi finiranno a luglio

I ministri delle finanze riuniti a Bruxelles stanno tentando di trovare una soluzione sull’accordo per l’ultima tranche, in ordine di tempo, degli aiuti da destinare alla Grecia. Ma come da sempre accade su questo fronte, la sola protagonista è la lentezza che continua a contrassegnare non solo il progredire delle riforme richieste dai creditori e che lo stesso governo Tsipras stenta a far approvare, ma anche le strategie che i creditori stessi vorrebbero applicare alla questione del debito ateniese.

Quello che sta succedendo

Quello che si avrà in queste ore, con ogni probabilità, potrebbe essere solo un pre-accordo politico in vista dell’incontro di mercoledì tra la Germania e il Fmi. Infatti quest’ultimo da tempo minaccia di abbandonare il tavolo delle trattative con Atene dal momento che ha sempre definito ingestibile e insostenibile sia le riforme imposte alla nazione ellenica, sia il debito che il governo greco è chiamato a sanare. Non solo, ma anche i target su Pil e surplus previsti per Atene e i parametri usati per misurarli, secondo l’organizzazione guidata da Christine Lagarde, sarebbero estremamente ottimisti arrivando addirittura alla soglia dell’utopia. a prova a convincere il fondo monetario internazionale a restare al tavolo per il salvataggio della Grecia.

Il duello Germania-Fmi

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Da parte sua, la Germania chiede la permanenza nel club dei creditori, proprio del Fmi dal momento che un soggetto internazionale è visto come simbolo di garanzia , un simbolo che rassicura il Parlamento tedesco, primo a dover dare il nulla osta alla concessione, da parte dello stato tedesco, ai futuri finanziamenti per Atene. In altre parole: da un lato il Fmi vorrebbe andarsene perchè ritiene la situazione greca, a meno di un taglio cospicuo del debito, come assolutamente insostenibile, dall’altro Berlino la frena altrimenti la Bundestag, senza il Fmi, non darà il permesso per dare soldi alla Grecia, il che creerebbe una gravissima crisi per l’eurozona.

Quello che si sta delineando è un vero e proprio duello fra il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble, che accusa la Grecia di non fare riforme che, a suo dire, permetterebbero di tagliare spese per 3,6 miliardi, e Christine Lagarde. Al centro, i 6 miliardi che dovranno essere rimborsati a luglio. Intanto, Lydia Koniordou, ministro della Cultura greca ha già chiesto ufficialmente a Londra di restituire i fregi del Partenone presenti al British Museum di Londra dal 1816 acquistati da Lord Elgin. E proprio dal Partenone è partita l’ultima polemica che ha coinvolto la Grecia: Gucci, la nota casa di moda, aveva infatti offerto 65 milioni di euro per avere l’Acropolis della capitale, come location per una sfilata. L’affare è sfumato di fronte al rifiuto del comitato che gestisce l’area archeologica con la conseguente, stizzita smentita di Gucci che, in una nota di stampa, ha confermato i contatti presi per un eventuale accordo, ricordando anche il precedente del 1951 con la sfilata di Christian Dior (Swiss: CDI.SW - notizie) , ma ha negato categoricamente di aver avanzato numeri.

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