Deflazione 1 - Bce 0. In Italia calano anche gli alimentari
Che ci volesse tempo per vedere i primi risultati del Quantitative Easing europeo era cosa risaputa, ma a più di un anno dal varo della manovra e dopo il potenziamento voluto nell’ultima riunione del consiglio direttivo per stimolare ulteriormente inflazione, consumi ed economia, i risultati stentano ad arrivare.
Un'Europa divisa
Sia (Shanghai: 600009.SS - notizie) perchè all’interno della zona euro si registrano situazioni di discrepanza anche forte tra le varie nazioni e le diverse realtà, sia perchè guardando specificatamente all’Italia la deflazione non demorde. Secondo le stime Istat a marzo i prezzi rilevati hanno registrato una diminuzione dello 0,2% rispetto a marzo del 2015 anche se, restringendo il focus dell’analisi all’andamento mese su mese si intravede un miglioramento seppur minimo pari a un +0,2%.
Segni di miglioramento, deboli, anche per la zona euro: numeri alla mano si parla di-0,1% rispetto al -0,2% di febbraio con punte dell’1,3% sui servizi rispetto allo 0,9% di febbraio.
L'aiutino della Pasqua
Il sospetto di un risultato estemporaneo, però, arriva quando si analizzano i settori che hanno visto gli allunghi più significativi: trasporti, ricezione e ristorazione. Considerando la presenza delle festività pasquali è facile pensare che il dato, seppur di poco possa non essere di per sè indicativo sul lungo periodo. Altro dato che fa riflettere sul calo della domanda interna o per lo meno sulla sua debolezza, quello sui consumi dei beni ad alta e altissima frequenza di acquisto come gli alimentari e i prodotti per la cura della persona e della casa: in questo caso i numeri sono in calo sia su base mensile (-0,1% da febbraio a marzo) che su quella annua con una contrazione dello 0,3%
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