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E' davvero in arrivo un taglio alle tasse?

E' davvero in arrivo un taglio alle tasse?

"Meno tasse per il ceto medio", ha assicurato ieri il premier Matteo Renzi. "Stiamo studiando tagli al costo del lavoro", gli ha fatto eco oggi il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Dunque, il Governo si prepara a mettere in campo una sforbiciata delle imposte a carico delle famiglie italiane. Anche se resta una domanda: da dove arriveranno le risorse?

Def in salita
Nelle prossime settimane dovrà essere definitivo il Documento di Economia e Finanza, di fatto il libro maestro con tutte le indicazioni di incassi e spesi previsti per il 2016. Dopo un lungo braccio di ferro con Bruxelles, il Governo italiano (che a tal proposito ha ricevuto le lodi del Financial Times), ha spuntato un pò di flessibilità rispetto alle condizioni indicate in precedenza. Tra aumenti Iva da scongiurare e conti da riportare in equilibrio, le risorse da reperire per il prossimo anno non dovranno più essere 16-17 miliardi di euro, ma 10.

Tagli in arrivo
Questo a bocce ferme, perché la promessa fatta dal premier si tramuta in minori entrate per lo Stato almeno nell'ordine di 6-7 miliardi di euro. Altri 3-4 potrebbero servire per finanziare il taglio dell'Ires, imposta che grava sulle imprese. Insomma, occorre trovare almeno 20 miliardi nel giro di pochi mesi e l'impresa non appare semplice, considerato che il Paese è già stato spremuto abbondantemente negli ultimi anni.
Le strade possibili sono due: aumentare le tasse su altre voci o tagliare la spesa pubblica. Sul primo fronte, le uniche misure che appaiono oggi attivabili (se si escludono nuovi rincari su alcol, sigarette e giochi, che comunque produrrebbero pochi spiccioli) riguardano una riduzione degli incentivi previsti dal nostro ordinamento. Dalle detrazioni per le spese sanitarie alle deduzioni per alcune spese di rappresentanza sostenute dagli autonomi e dagli imprenditori, le voci agevolate sono centinaia in Italia e non è esclusa una limatura generalizzata nell'impossibilità di conseguire tagli mirati.
Quanto alla spesa, esclusi nuovi interventi sul fronte della sanità e del welfare più generale, sono attesi nuovi risparmi dalla centralizzazione degli acquisti realizzati dalla Pa. Si parla di 3-4 miliardi di minore spesa conseguibili nel giro di breve, un dato che comunque resterebbe ben lontano dalla risorse necessarie per il 2017. Una cosa è certa: dati gli impegni presi dall'Esecutivo, appare difficile una brusca marcia indietro.