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Anche i ricchi piangono: in calo il loro capitale

La crisi ha cambiato lo stile di vita di molti di noi e per alcuni anche andare a mangiare una pizza il sabato sera può diventare una spesa da non potersi permettere tutte le settimane.

I nuovi problemi per i vecchi ricchi

Ma la vita, si sa, si deve affrontare con sacrificio e spirito d'adattamento, lo stesso cui avranno sicuramente fatto ricorso i miliardari di tutto il mondo, a loro volta colpiti anche loro da nuovi problemi e nuove ristrettezze. Sì, perché a differenza di quanto si può credere, anche i ricchi piangono.O per essere precisi, anche i ricchi hanno iniziato a piangere. Tempo fa il Rapporto Oxfam aveva rivelato come l'1% della popolazione mondiale avesse in mano più risorse economiche di tutto il restante 99%. Non solo, ma lo stesso report segnalava anche che i 62 uomini più ricchi al mondo avevano quanto (e più) dei 3,6 miliardi di poveri. Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) 2010 erano 388. La crisi econmica, in altre parole era, ed è, una crisi di diseguaglianza che non ha fatto altro che allargare il già ampio divario fra ricchi e poveri rendendo i (pochi)ricchi sempre più ricchi e i (tanti) poveri sempre più poveri. E pericolosi dal momento che la povertà porta alla disperazione e chi non ha niente da perdere è disposto a tutto pur di scappare alla miseria. Ma per quanto “strano” possa sembrare, anche in questo scenario i ricchi non sono immuni da problemi: nel 2015 infatti, il loro patrimonio si è assottigliato di 300 miliardi di dollari Usa portando il totale a 5.100 miliardi con un patrimonio medio che da 4 è sceso a 3,7 miliardi di dollari. Questi i numeri del Billionaires Report di Ubs (Londra: 0QNR.L - notizie) /PwC.

I motivi del calo

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Un taglio le cui radici affondano nella deflazione e nella crisi delle materie prime oltre che nell'appesantimento del biglietto verde. E a quanto pare non sembrano essere positive nemmeno le proiezioni sul futuro visto che entro il 2036 i 460 miliardari registrati trasferiranno oltre 2.100 miliardi di dollari ai rispettivi eredi. Un cambio generazionale che vedrà la diluizione delle risorse ma anche un nuovo ritratto dei miliardari a livello internazionale: l'Asia sarà infatti la protagonista assoluta visto che per oltre i ¾ dei suoi miliardari si tratterà di una novità. In altre parole il continente asiatico ha la percentuale più alta di nuovi miliardari (85% di prima generazione di eredi) guidata, come è facile intuire, dalla Cina che vanta anche la più alta concentrazione di nuovi miliardari. Da parte sua, invece, l'Europa si distingue per conservazione del patrimonio: i ricchi tendono ad essere sempre stabili e a pianificare il trasferimento dei patrimoni.

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