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Jobs act, governo determinato a ok entro anno anche con fiducia

Il premier Matteo Renzi. REUTERS/Alessandro Garofalo (Reuters)

di Francesca Piscioneri ROMA (Reuters) - Matteo Renzi vuole rendere operativo il Jobs act all'inizio del 2015 e lo ha ribadito anche ieri sera al vertice di maggioranza. Il tema sarà anche all'ordine del giorno della Direzione del Pd di domani, insieme con le altre riforme da varare in vista dell'addio di Giorgio Napolitano al Colle atteso a inizio 2015. Ciò significa che la delega dovrebbe essere votata in via definitiva dal Parlamento entro dicembre, rendendo sempre più stretto il margine per quelle modifiche al testo, passato in Senato in prima lettura, che la minoranza Pd chiede a gran voce. E al contempo rende sempre più probabile un nuovo ricorso al voto di fiducia dopo quello di Palazzo Madama. Oggi riprende in commissione Lavoro alla Camera l'esame del ddl delega e domani scade il termine per gli emendamenti. "Se ci sarà bisogno di mettere la fiducia la metteremo", ha tagliato corto Renzi in questi giorni. Ma secondo il sottosegretario al Welfare, Teresa Bellanova, che sta seguendo l'iter parlamentare della delega, "il governo non arriva con la fiducia in tasca. Lavoriamo a una sintesi". Il margine di trattativa è vincolato dai tempi: "Alle 17,00 di domani scade il termine per degli emendamenti. In base al numero e all'intesa che riusciremo a raggiungere, non escludo modifiche ma a patto che la prossima settimana si chiuda alla Camera e si torni in Senato per il via libera entro fine anno". "Entro gennaio dobbiamo mettere in pista i decreti delegati in modo che siano esigibili i contratti a tutele crescenti utilizzando la decontribuzione prevista nella legge di Stabilità", ha aggiunto la Bellanova parlando con Reuters. Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera e capofila della minoranza Pd, ammette con Reuters che "in questo momento non c'è nessun accordo, si discute ancora". "Noi presenteremo in nostri emendamenti come annunciato: se poi il governo deciderà di mettere la fiducia, che la metta", aggiunge l'ex ministro del Lavoro, non ritenendo sufficiente un ordine del giorno come garanzia di modifiche future. La minoranza del Pd vorrebbe che in delega entrasse la mozione approvata dalla Direzione Pd di settembre, ma non recepita in Senato, che prevede il superamento delle tutele dell'articolo 18 per i licenziamenti economici e il mantenimento del diritto al reintegro per i casi discriminatori e disciplinari gravi. Modifiche richieste anche sulla introduzione dei controlli a distanza e sui demansionamenti. "Sul documento della Direzione c'è l'impegno di Renzi e anche del ministro [del Welfare, Giuliano] Poletti", ha rassicurato la Bellanova. Ma in che sede sarà recepito? Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia