Annuncio pubblicitario
Italia markets open in 6 hours 51 minutes
  • Dow Jones

    39.118,86
    -45,24 (-0,12%)
     
  • Nasdaq

    17.732,60
    -126,10 (-0,71%)
     
  • Nikkei 225

    39.583,08
    +241,58 (+0,61%)
     
  • EUR/USD

    1,0739
    +0,0023 (+0,21%)
     
  • Bitcoin EUR

    58.370,11
    +1.670,21 (+2,95%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.299,43
    +15,60 (+1,21%)
     
  • HANG SENG

    17.718,61
    +2,11 (+0,01%)
     
  • S&P 500

    5.460,48
    -22,39 (-0,41%)
     

L'economia UE resiste, ma per quanto? Doccia fredda per l'Italia

La seduta odierna prosegue all'insegna dell'incertezza e della debolezza per le Borse europee che si muovono a poca distanza dai valori del close di ieri, con l'unica eccezione positiva di Piazza Affar dove il Ftse Mib mostra un frazionale rialzo dello 0,12%.

IL PIL del secondo trimestre in Europa, Germania e Italia

In attesa di conoscere i diversi dati macro che saranno diffusi in America, gli investitori ragionano sugli aggiornamenti resi noti questa mattinata in Europa. Il focus è sul Prodotto Interno Lordo che nell'Eurozona nel secondo trimestre, in base alla stima preliminare, ha evidenziato una variazione positiva delo 0,3%, in frenata rispetto allo 0,6% dei primi tre mesi dell'anno, ma in linea con le stime.

Buone notizie dalla Germania dove il dato preliminare del PIL del secondo trimestre è salito dello 0,4% rispetto allo 0,7% dei primi tre mesi dell'anno, superando le stime degli analisti che vedevano una variazione positiva dello 0,3%.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

La pecora nera è stata l'Italia dove l'indicazione sul PIL del secondo trimestre ha restituito una lettura invariata, rispetto alla crescita dello 0,3% dei primi tre mesi dell'anno, mentre le attese erano per un incremento dello 0,2%.

Preoccupazione di Nomisma per la situazione italiana

Commentando questo dato, Andrea Goldstein, managing director Nomisma, ha dichiarato che l'Italia conferma le sue difficoltà di lungo periodo, aggiungendo che la situazione dell'economia nazionale non può che destare preoccupazione.
Goldstein ritiene che con una variazione acquisita per il 2016 pari a un modesto +0,6%, lo spazio per una manovra espansiva ad autunno si riduce ulteriormente. A suo dire Non c'e' alternativa a una politica economica nel segno delle misure strutturali e del recupero della competitività erosa da troppi anni di timidezza.

L'impatto della Brexit peserà anche sulla Germania?

Diverso il discorso per la Germania dove, secondo gli analisti di Berenberg, l'economia appare solida, con una piena occupazione, prezzi stabili, un piccolo surplus fiscale e un rapporto debito/PIL in rapido calo. La banca d'affari ritiene che i rischi sulla crescita del PIL tedesco nei prossimi due trimestri sono leggermente al rialzo, soprattutto se si riuscirà a contenere le incertezze legate alla Brexit.

A temere queste ultime sono i colleghi di DZ Bank, i quali credono che i venti contrari a livello internazionale e in particolare le conseguenze della Brexit, inizieranno a pesare sull'economia della Germania nei prossimi mesi. In questa direzione gli analisti si aspettano che la crescita tedesca nel 2017 sarà inferiore a quella che verrà registrata alla fine dell'anno in corso.

Le attese per i prossimi trimestri

Anche gli esperti di Barclays (Londra: BARC.L - notizie) apprezzano l'aggiornamento odierno sul PIL tedesco, leggermente migliore delle loro attese, mentre nessuna sorpresa è arrivata dall'Eurozona che ha rispettato le previsioni, diversamente dall'Italia dove l'economia ha continuato a perdere slancio, mostrando una crescita piatta nel secondo trimestre.
Barclays si aspettano un ulteriore frenata della crescita in Europa verso la fine dell'anno, in quanto la Brexit ha ricadute negative sulla fiducia dei consumi privati e degli investimenti.

Intanto la conferma di un rialzo dello 0,3% per il PIL europeo nel secondo trimestre è un sollievo, specie alla luce degli altri dati relativi ai singoli Paesi dell'area euro. E' questa l'idea degli economisti di Capital Economics, i quali avvertono però che la stagnazione dell'Italia rischia di implicare un aggiustamento al ribasso del dato finale sula crescita dell'Eurozona.
Anche in ragione di ciò gli esperti credono che la BCE (Toronto: BCE-PA.TO - notizie) abbia ancora molto da fare, tenendo conto anche della debolezza dell'outlook economico e dell'inflazione.

Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online