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Ministri Finanze G7 cercano linea comune su asset russi e Cina

Riunione dei ministri delle Finanze del G7 a Londra

ROMA (Reuters) - I ministri delle Finanze del G7, che si riuniranno questa settimana a Stresa, cercheranno di trovare un terreno comune su come utilizzare gli asset russi congelati per aiutare l'Ucraina e su come affrontare la crescente forza delle esportazioni cinesi nei mercati chiave.

I ministri delle Finanze e i banchieri centrali del G7 si riuniranno nella città di Stresa venerdì e sabato.

I negoziatori del G7, secondo quanto riferito da alcuni rappresentanti delle delegazioni, stanno discutendo da settimane su come sfruttare al meglio circa 300 miliardi di dollari di asset finanziari russi, come le principali valute e i titoli di Stato, congelati poco dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022.

Gli Stati Uniti stanno cercando di trovare un modo per anticipare i futuri ricavi di questi asset, emettendo un titolo o più probabilmente concedendo all'Ucraina un prestito che, secondo loro, potrebbe fornirle fino a 50 miliardi di dollari nel breve termine.

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Tuttavia, è necessario definire molti aspetti legali e tecnici, il che significa che non si prevede di raggiungere un accordo dettagliato a Stresa, hanno detto alcuni funzionari.

In tal caso, proseguiranno i colloqui informali per presentare una proposta ai capi di governo del G7 che si incontreranno in Puglia dal 13 al 15 giugno.

L'idea che il G7 possa emettere un titolo per l'Ucraina sembra aver perso terreno, con gli Stati Uniti che ora propongono un prestito sostenuto dal flusso di entrate dei beni congelati.

Resta da chiarire chi amministrerebbe il prestito - la Banca mondiale o un altro organismo - come sarebbe garantito, come si possono stimare gli utili futuri e cosa accadrebbe in caso di accordo di pace con la Russia.

I rappresentanti europei sono particolarmente cauti e un diplomatico dell'Ue ha affermato che ci vorranno "settimane, se non mesi" prima che venga presa una decisione definitiva.

IMPLICAZIONI LEGALI

Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha detto la scorsa settimana che le proposte statunitensi sull'uso degli asset russi hanno "implicazioni legali piuttosto serie" che devono ancora essere chiarite.

Anche il ministro delle Finanze giapponese Shunichi Suzuki ha sottolineato che qualsiasi accordo deve essere conforme al diritto internazionale.

La Russia ha avvertito più volte l'Occidente delle conseguenze che avrebbe avuto se i suoi asset fossero stati colpiti e ha accusato gli Stati Uniti di aver fatto pressione sull'Europa affinché adottasse misure più radicali per contrastare l'offensiva del Paese in Ucraina.

Le prospettive del commercio globale saranno un altro tema centrale a Stresa, dopo che la scorsa settimana gli Stati Uniti hanno annunciato forti aumenti dei dazi su una serie di importazioni cinesi, tra cui batterie per veicoli elettrici, chip per computer e prodotti medici.

Dopo la mossa degli Stati Uniti, Giorgetti ha affermato che si sta combattendo una "guerra commerciale" che riflette le tensioni geopolitiche e ha avvertito del rischio di "frammentazione" del commercio globale.

Gli Stati Uniti non hanno chiesto ai loro alleati di adottare misure simili contro la Cina, ma un funzionario ha detto che probabilmente insisteranno affinché il comunicato del G7 esprima una preoccupazione comune per quella che definiscono la "sovraccapacità" industriale della Cina.

La segretaria al Tesoro statunitense Janet Yellen ha detto ieri a Francoforte che gli Stati Uniti e l'Europa devono affrontare la minaccia delle importazioni cinesi in modo "strategico e unito" per mantenere la competitività dei produttori su entrambe le sponde dell'Atlantico e promuovere lo sviluppo delle proprie industrie nazionali di energia pulita.

Tra gli altri argomenti che verranno discussi a Stresa, secondo il programma ufficiale, ci saranno l'impatto dell'intelligenza artificiale sull'economia globale e un "bilancio" delle sanzioni contro la Russia.

In agenda ci sarà anche la fiscalità, con l'Italia che cercherà di rilanciare un accordo su una tassa minima globale sulle multinazionali, firmato da circa 140 Paesi nel 2021, che non era stato pienamente attuato a causa dell'opposizione degli Stati Uniti e di altri Paesi.

Si discuterà inoltre di una proposta di tassa patrimoniale globale sui miliardari, promossa da Brasile e Francia al G20, a cui però sono contrari gli Stati Uniti, secondo uno dei funzionari.

(Tradotto da Laura Contemori, editing Stefano Bernabei)