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Mps ribadisce correttezza proprio operato dopo Viola e Profumo indagati

MILANO (Reuters) - In merito all'inchiesta che vede indagati l'AD di Mps Fabrizio Viola e l'ex-presidente Alessandro Profumo, la banca senese ribadisce la piena correttezza del proprio operato e confida che l'attività della magistratura porterà in breve tempo a un chiarimento della situazione. In una nota, l'istituto ricorda inoltre che "la nuova dirigenza ha peraltro sempre collaborato in quattro anni, contribuendo fattivamente alle inchieste in corso". Ieri Reuters ha scritto che Viola e Profumo sono indagati dalla procura di Siena per falso in bilancio e manipolazione del mercato, nell'ambito di un'inchiesta che ipotizza una rappresentazione non corretta dei derivati Alexandria e Santorini nei bilanci dal 2011 al 2014. All'inizio di luglio i pubblici ministeri senesi hanno inviato il fascicolo alla procura di Milano, territorialmente competente per il reato più grave tra quelli ipotizzati, la manipolazione del mercato. "L'iscrizione nel registro (degli indagati) è da considerarsi un 'atto dovuto', come peraltro precisato dalla procura della Repubblica di Siena prima di trasmettere gli atti alla procura di Milano per competenza territoriale", scrive la banca nella nota. Secondo una fonte a conoscenza della vicenda ed esterna alla banca, l'esito più probabile sarà l'archiviazione dell'inchiesta, visto che il riferimento ai derivati nelle note integrative dei bilanci presentati da Viola e Profumo testimonia la loro volontà di non occultarne la presenza. Sempre nel comunicato, l'istituto senese sottolinea che le operazioni in questione sono state poste in essere dalla precedente gestione e da ex manager dell'istituto, mentre la nuova "ha dapprima posto sotto esame tali operazioni effettuando, motu proprio, un restatement di bilancio per poi chiudere le operazioni diminuendo drasticamente la rischiosità di tali strumenti". L'AD Viola, in un comunicato del pomeriggio, parla di "incessante focus mediatico" nei confronti della banca e di un possibile rischio di errate interpretazioni o strumentalizzazioni, sottolineando come "l'incapacità o la non volontà di evidenziare il netto distinguo tra la precedente gestione e l'operato di quella attuale possano, in questo delicato momento, influenzare negativamente la credibilità della banca, i risultati oggettivi raggiunti, nonché la fiducia che si è riconquistata e che è riconosciuta anche dai suoi più autorevoli interlocutori". A febbraio scorso, nell'ambito di un altro procedimento giudiziario, la procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio dei precedenti vertici di Montepaschi, tra i quali Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gianluca Baldassarri. I reati ipotizzati (per i bilanci dal 2008 al 2012), a vario titolo e per i diversi indagati, sono falso in bilancio, aggiotaggio, ostacolo alle autorità di vigilanza Banca d'Italia e Consob, e falso in prospetto. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia