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Pdl, giornata di forti tensioni, si attende nuova conciliazione

ROMA (Reuters) - Nuova mattinata di dichiarazioni violentissime fra le opposte fazioni del Pdl. Intanto si attende un nuovo incontro fra il presidente Silvio Berlusconi e l'ormai ex segretario Angelino Alfano per tentare una composizione - che, al momento, appare altamente improbabile - delle tensioni in vista del Consiglio nazionale del 16 novembre. Questa mattina persino il berlusconiano Il Foglio appare arrendersi di fronte alla virulenza dello scontro interno e conclude un articolo di prima pagina sul dibattito interno scrivendo che "il Pdl è un mondo che muore, che si uccide fraternamente". A metà mattina una raffica di dichiarazioni di tre esponenti di punta dei falchi ha riacceso le ostilità, a dire il vero già fiammeggianti dopo la lettura della rassegna stampa mattutina con le varie interviste a esponenti degli opposti schieramenti su molti giornali. Ha iniziato Mariastella Gelmini inviando alle agenzie una nota nella quale è scritto che "sbaglia, chi si immagina il depositario di una parola già politicamente sfortunata: responsabilità". E giù attacchi al governo "campione di indecisionismo" e "con una rappresentanza, la nostra, capace di digerire qualsiasi cosa". Si prosegue poi con la dichiarazione di Stefania Prestigiacomo che accusa il fronte avverso di "tradire i nostri valori" solo "per continuare a sostenere, da subalterni, un governo che sta dimostrando di non rispettare gli impegni". E si finisce con il veleno della "pitonessa" Daniela Santanché che se la prende con chi propone "categorie inesistenti come quella dei due berlusconismi". Invece "esiste solo Berlusconi e la sua Weltanshaung" e giù bordate a chi vorrebbe sostenere il governo anche "se il Pd votasse per la decadenza del nostro leader". Sul fronte opposto a prendere il bazooka è il compassato ministro per le Riforme costituzionali Gaetano Quagliariello che se la prende con le lezioni di "lealismo" di Daniele Capezzone "così leale al centrodestra dopo esserlo stato al centrosinistra" e "così leale alle larghe intese dopo essere stato eletto presidente della commissione Finanze [della Camera] con i voti determinanti di quella parte politica che oggi pubblicamente aborre e che evidentemente invece all'epoca gli deve essere sembrata, non si sa sulla base di cosa, un po' meno giustizialista". Insomma, se da una parte si chiedono le dimissioni ai ministri del Pdl, dal fronte opposto si chiede che prima allora si dimettano i presidenti di commissione dove si annidano molti falchi: oltre a Capezzone, anche Giancarlo Galan, Paolo Sisto, Francesco Nitto Palma... Le cronache descrivono un Berlusconi ancora indeciso fra il tirare dritto espellendo dal partito le colombe e l'estremo tentativo di una difficile composizione delle diversità. (Paolo Biondi) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia