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Piazza Affari pesante, profit warning su Luxottica

Mattinata pesante a Piazza Affari dove prevale la vendita su più settori. Oltre all'ormai ultracollaudata tensione sul settore bancario con le sofferenze di Mps, gli operatori temono il profit warning lanciato da Luxottica (Milano: LUX.MI - notizie) . Ma procediamo con ordine.

Il listino milanese parte già in tensione, una tensione che sul resto delle borse europee si trasforma in un andamento più disordinato. Alle 13 infatti il Ftse Mib segnava un passivo dello 0,76% seguito da Parigi con un Cac 40 che poco prima dei 13 rintocchi segnava -0,18%. Diversa (Other OTC: DVSAF - notizie) la situazione per Londra a +0,3% mentre il Dax viaggiava a +0,16%.

La situazione sui mercati internazionali

Alla base una serie di motivazioni che partono dal settore bancario in attesa dei risultati degli stress test che saranno pubblicati venerdì, ma anche la crescente sfiducia sul settore delle banche centrali con la Bank of Japan che lascia trasparire una certa indecisione sulle prossime misure di stimolo, anche se una vaga certezza rimane nell'escludere il cosidetto helicopter money, cioè quella liquidità immessa direttamente verso i consumatori. Intanto la Fed comunicherà domani la scelta sulla politica del costo del denaro: le previsioni sono per un mantenimento dello status quo, data la situazione internazionale la Fed non dovrebbe avere fretta di stringere sui tassi di interesse.

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Il caso Luxottica

Tornando a Piazza Affari e guardando a cosa succede a casa nostra, oltre lo spettro dei bancari arriva anche quello del lusso e nello specifico un nome su tutti, quello di Luxottica che ha lanciato un allarme sui guadagni. A spaventare non sono tanto i numeri di quanto appena registrato. L'utile netto attribuibile risulta di 476 milioni di euro (-5,8% sul primo semestre 2015) con un profitto che, a cambi costanti, è in calo dell'1,4% a 498 milioni su attese che arrivavano a 512 milioni. Altre note dolenti arrivano da circa 44 milioni di euro (43,9 per la precisione) “spese non ricorrenti" e che includono, oltre ad alcune spese legali, anche i costi di uscita dell'ex ad Adil Mehboob-Khan e quelli di integrazione di Oakley. Il fatturato consolidato è pari a 4,828 miliardi a cambi costanti (+1,6% sul primo semestre 2015) mentre se si considerano i cambi attuali, la cifra diventa di 4,719 miliardi (-0,7% tendenziale su attese che arrivavano a 4,753 miliardi). Buone notizie arrivano dalla generazione di cassa a livelli record con 403 milioni di euro e dal settore Retail con una crescita dell'1,9% a cambi costanti (0,2% a cambi correnti).

Cautela per il resto dell'anno

Ma secondo i vertici non sono numeri destinati a durare: i risultati del primo semestre sono stati possibili grazie a un'ampia strategia di semplificazione organizzativa e di ottimizzazione delle scelte commerciali oltre a una serie di investimenti strutturali come confermato da Leonardo Del Vecchio e Massimo Vian, Amministratore delegato. Un approccio complessivo che non riuscirà ad evitare nella seconda parte dell'anno le conseguenze di un panorama macroeconomico sempre più incerto e un tasso dei cambi non favorevole. Per questo i vertici ora parlano di un fatturato in crescita del 2-3% circa a cambi costanti contro una precedente valutazione che a marzo vedeva un 2016 al 5-6% sul fatturato, mentre il rapporto tra debito netto rettificato ed Ebitda si attesterà in una forbice tra 0,5 e 0,4 volte.

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