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Piazza Affari priva di impulso rialzista: quanto c'è da temere?

Di (KSE: 003160.KS - notizie) seguito riportiamo l’intervista realizzata a Gianvito D’Angelo, trader professionista che coniuga analisi intraday e multiday su futures, azioni e forex. Chi volesse contattare Gianvito D’Angelo può scrivere all’indirizzo email: supergianvi@gmail.com, oppure richiedere la sua amicizia su Facebook (NasdaqGS: FB - notizie) .

L'indice Ftse Mib mostra ancora una minore forza relativa rispetto agli altri mercati e si sta nuovamente avvicinando all'area dei 18.000 punti. Quali sono le sue previsioni nel breve per il nostro mercato?

Guardando nel complesso ai mercati azionari vedo bene la situazione, anche con riferimento a quello che è successo in America, con una sorta di inversione di rotta per quanto riguarda il rialzo dei tassi di interesse da parte della Fed.
Da un lato c'è stata una sorta di pressione mediatica sulla Yellen affinchè alzasse il costo del denaro visto che ormai era giunto il momento di farlo. Dall'altro quando la Fed ha annunciato la prima stretta monetaria, si è detto che aveva fatto male ad agire in questa direzione, sebbene tutti teoricamente stavano aspettando solo questo.

Questo ci fa capire che anche i più grandi sono fallibili, perchè alla fine decisioni che dovrebbero essere concertate e prese con molta oculatezza, possono contemplare delle grandi inversioni di rotta come quella che c'è stata da dicembre ad oggi.
Ciò ha rotto anche la relazione inversa che c'era ormai da oltre un anno tra euro-dollaro e indici azionari, visto che ora vediamo Borse in salita e euro-dollaro in ascesa.

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Anche per questo motivo spesso invito a non realizzare analisi intermarket per fare trading, perchè se contiamo sul fatto che una cosa scende perchè l'altra sale, all'improvviso i pesi e gli equilibri cambiano e il risultato è che una cosa vera fino a ieri, oggi non lo è più.

Quanto a Piazza Affari, segnaliamo sempre il famoso deficit di forza relativa che, tranne i primi mesi dello scorso anno, si continua a portare come fardello. Il risultato è che il Ftse Mib è su una figura teoricamente di continuazione, per cui da metà febbraio a metà marzo il mercato sembra avere avuto un impulso rialzista, e quanto accaduto in seguito sembra in effetti il ritracciamento di un impulso rialzista, ma quest'ultimo ancora non c'è, malgrado gli altri indici allunghino nel frattempo.
Il nostro indice dovrebbe essere sulla soglia dei 24.000 punti, mentre siamo ben lontani da questo livello e i corsi non si trovano neanche sopra i massimi degli ultimi due giorni.

Questo fa pensare, perchè avere deficit di forza relativa vuol dire che quando Wall Street avrà flessioni anche lievi, probabilmente Piazza Affari incorporerà ancor di più questo deficit e accuserà discese molto più pronunciate.
Come ho detto anche in una diretta live, il problema è che il Ftse Mib sta facendo questa figura di continuazione, ma purtroppo non accelera al rialzo.

Le (Taiwan OTC: 8490.TWO - notizie) medie mobili, se escludiamo quella a 20 e a 50 periodi, rimangono ordinate al ribasso e sono molto al di sopra dei prezzi attuali.
Al momento il Ftse Mib non è l'indice più adatto per cavalcare il rialzo e potrebbe esserlo addirittura per i ribassi.

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) settore bancario Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) è tornato ad esprimere una minore forza relativa rispetto ad Intesa Sanpaolo (Amsterdam: IO6.AS - notizie) . Quali indicazioni operative ci può fornire per questi due titoli?

Unicredit è impostato davvero male perchè da metà marzo in poi è solo sceso e non ha praticamente quasi mai superato i massimi del giorno precedente, tranne una o due occasioni, ma in maniera sempre poco convincente.
Il titolo si trova ora sulla bollinger inferiore e quello cui stiamo assistendo da metà marzo in poi sembra un impulso verso il basso e la cosa grave è che Unicredit sta sottoperformando l'indice che a sua volta non sta certo facendo bene, per cui non si vedono al momento livelli per andare long.

Intesa Sanpaolo è sceso dalla metà di marzo in poi e si è portato sulla parte bassa di un canale che rimane ancora rialzista, a differenza di quanto accade per Unicredit. Se tracciamo una linea sui minimi segnati da metà febbraio in poi, notiamo che la stessa è stata sporcata nelle ultime due sedute, ma in qualche modo sembra che il titolo stia provando a tenere.

L'area intorno a 2,38-2,42 euro, può essere una sorta di potenziale supporto, anche se non eccezionale, per cui sicuramente Intesa Sanpaolo è impostato meglio di Unicredit.
Se però il titolo non si riporterà al di sopra dei 2,5 euro, il ritracciamento in atto non sembra destinato a terminare, visto che il titolo sta provando a tenere, ma non ha minimamente scatenato set-up long, per cui non si vedono modalità per posizionarsi al rialzo.

Come valuta i recenti movimenti registrati da Fca e da CNH Industrial? Consiglierebbe di puntare su questi due titoli ora?

Fca ha realizzato un bel movimento da metà marzo in poi, con un mini canale rialzista che lo porta a sovraperformare l'indice di riferimento. Il titolo sembra uno dei più forti del Ftse Mib e seppur in un canale ribassista di medio periodo, si trova su una gamba di breve rialzista che dovrebbe riportare i prezzi sulla parte alta del canale.

Se tiriamo la trendline da marzo 2015 sui massimi di ottobre, notiamo che passa poco sotto i 9 euro. La media mobile a 100 periodi, poco sopra area 7,3 euro, potrebbe essere una sorta di potenziale resistenza, ma Fca appare ben intenzionato a salire.
Come sempre è sbagliato entrare sulla forza, ma sicuramente cercare di prendere un ritracciamento per posizionarsi al rialzo potrebbe essere un ottimo presupposto per acquistare.

CNH Industrial si trova su un canale rialzista da gennaio ad oggi e c'è un'inclinazione positiva. Il titolo mostra una sorta di flag che potrebbe produrre un rialzo che al momento ancora non c'è stato.
CNH Industrial ha provato ad andare con slancio sopra il massimo di due sedute fa, ma non sembra del tutto convinto al momento. La media mobile a 100 periodi è stata superata al rialzo, ma abbiamo ancora l'ostacolo di quella a 200 che al momento transita in area 6,65/6,67 euro.

Per ora il trend di breve resta long, ma al momento sembra prevalere quello di medio che rimane decisamente short, visto che anche CNH Industrial da luglio scorso sta praticamente solo scendendo.

Telecom Italia (Other OTC: TIAJF - notizie) si è riportato sotto quota 1 euro. Questa flessione si profila a suo avviso come un'occasione per nuovi ingressi long?

La discesa accusata nelle ultime sedute bella non è, visto che il titolo ha perso terreno con decisione e questa flessione non sembra un ritracciamento dell'impulso long avuto da metà febbraio in poi, quanto più un nuovo impulso ribassista iniziato da novembre scorso.

L'area compresa tra 0,931 e 0,961 euro sembra interessante per l'apertura di posizioni long, ma al momento il titolo non ci ha dato ancora conferme di prezzo. Se Telecom Italia dovesse darci su time frame daily dei pattern di inversione rialzista, si potrebbe tentare un long con primo target sui massimi del mese in area 1,05 euro, ma le ultime 3-4 sedute non ci tranquillizzano in ottica rialzista perchè non sembrano un ritracciamento.

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