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Il re e le banche centrali: la teoria della moneta moderna!

Cosa accadrebbe se la gente comune sapesse che per finanziare una guerra è possibile emettere debito monetizzandolo, stampando denaro dal nulla e invece in Europa nulla di tutto ciò è permesso per favorire la coesione sociale, anzi l’austerità è la pena necessaria per estinguere il debito PRIVATO creato dalle banche?

Cosa accadrebbe se i cittadini europei, scoprissero che chi ha inventato la favola dell’euro e dell’Europa per favorire la pace, oggi vi nasconde che la stessa natura di questa unione potrebbe scatenare una guerra, come raccontava nel 1998 Martin Feldstein, che ciò che potrebbe favorire la coesione sociale attraverso investimenti pubblici in realtà viene messo in pratica per salvare banche, mantenendo basso il costo del debito statale?

Mettetevi comodi, sarà un altro lungo viaggio, io cercherò di raccontarvelo come meglio posso, probabilmente altri sarebbero più indicati, ma qui abbiamo quello che passa il convento ovvero la nostra voglia di raccontarvi la verità figlia del tempo. ;-)

Chi ci segue da tempo, sa che due dei nostri autori preferiti sono Irving Fisher e Hyman Minsky, grazie alle loro teorie abbiamo potuto comprendere prima di chiunque altro in Italia la tempesta perfetta che ha colpito l’America nel 2008.

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Deflazione da debiti e l’ipotesi di instabilità finanziaria non sono argomenti molto trattati nelle nostre università per questo in pochi hanno capito quello che stava per accadere.

C’è un’altra cosuccia che alla gente comune fa fatica ad entrare nell’immaginario popolare, il denaro come mezzo di scambio, una storia piacevole e semplice, il problema è che tutto ciò potrebbe non essere vero, la comprensione del significato del denaro potrebbe essere del tutto sbagliata.

Uno dei nostri maestri, John Kenneth Galbraith, uno dei più grandi economisti del secolo scorso, un rivoluzionario, ha scritto un libricino dal titolo, “La moneta: da dove viene e dove va.” un libro riproposto recentemente con il titolo “SOLDI. Conoscere le logiche del denaro per capire le grandi crisi”… che vi consiglio caldamente di leggere!

Prima di cominciare questo viaggio è meglio sapere che …

Forse pochi lo sanno ma per buona parte della storia umana la moneta utilizzata per gli scambi era costituita da un metallo: oro, argento, rame; finché in America fu scoperto e messo in atto il potere rivoluzionario della carta moneta. Scrive Galbraith: “se la storia delle banche commerciali è prima di tutto italiana, e quella delle banche centrali britannica, è sicuramente americana la storia della carta moneta emessa da un governo”.

Fu la guerra, osserva Galbraith, all’ origine dell’ innovazione finanziaria costituita dall’introduzione della carta moneta; come sostituto della tassazione, la stampa delle banconote cartacee divenne infatti indispensabile per finanziare la guerra di indipendenza delle colonie americane dall’Inghilterra: “furono questi biglietti a finanziare la Rivoluzione americana. Tra il giugno 1775 e il novembre 1779, si ebbero ben quarantadue emissioni di valuta da parte del Congresso continentale (…) La Rivoluzione insomma fu soprattutto pagata con moneta cartacea”. Il potere rivoluzionario della moneta.

Un risultato politico rivoluzionario, conclude Galbraith, veniva così ottenuto utilizzando mezzi finanziari discutibili: “i biglietti avrebbero poi reso un analogo servizio ai sovietici durante e dopo la Rivoluzione russa. Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) 1920 circa l’85 per cento del budget dello stato era coperto dalla stampa di moneta cartacea”. Stampare denaro ‘dal nulla’ per pagare le spese militari e per finanziare le rivoluzioni: questo è stato un metodo, pratico e discutibile quanto efficace, che ha contribuito a cambiare la storia recente del mondo moderno.

Ma tu pensa, che sarà mai il “quantitative easing” dopo aver usato il denaro degli Stati, stampare denaro dal nulla per tenere in piedi i propri azionisti, banche fallite e banchieri avidi e psicopatici, con la scusa del rischio sistemico, la banca sai non è un’impresa come un’altra, la banca…

A noi interessa la dichiarazione che le banche non sono aziende qualsiasi!

Per carità di patria invece, faccio finta di non aver letto nulla a proposito degli effetti negativi del bailin a meno che quella che scriveva questo non fosse la banca centrale di un altro Paese…

Io vi ammiro Ragazzi, non so come fate a restare calmi, davvero!

Galbraith prosegue ricordando che …

L’inflazione, e spesso l’iperinflazione che seguiva le grandi emissioni di moneta cartacea, conduceva poi le autorità politiche – le stesse autorità politiche che avevano vinto anche grazie alla stampa delle banconote- ad assumere posizioni di grande rigore economico: “in seguito, l’Unione Sovietica, come gli altri stati comunisti, divenne un rigido difensore della solidità della moneta e della stabilità dei prezzi. Ma anche i russi, come gli americani e i francesi, devono alla valuta cartacea il successo della loro rivoluzione”.

Stampare moneta non serviva però soltanto alle cause rivoluzionarie, fu anche il sistema utilizzato per finanziare le guerre, a partire ancora una volta dalla guerra civile americana, “perché non esistevano altre soluzioni per pagare urgenti conti bellici”.

E ora tenetevi forte e andate a rileggervi il recente articolo dal titolo ….

DA QUESTA CRISI NON USCIREMO …!

In effetti, un’alternativa c’era ed era l’aumento della tassazione, una via poco praticabile per il mancato consenso sociale che otteneva, specialmente negli Stati Uniti dove, tra l’altro, i potenziali contribuenti erano distribuiti su un territorio troppo vasto;

…fu così che il costo finanziario di entrambe le guerre mondiali fu sostenuto dal Tesoro americano attraverso l’emissione di obbligazioni che venivano acquistate dalla Riserva federale, appunto stampando moneta.

“Si è affermato, sin dai tempi antichi, che la verità è la prima vittima della guerra. Ma è possibile che la prima sia la moneta”.

No dai scherzi, ma non è possibile, ma è una storia veraaaaa?

La banconota non è solo un mezzo per conseguire importanti cambiamenti politici, è essa stessa talvolta causa o concausa del cambiamento, e non sempre in positivo: come accadde in Germania nel 1933, quando Hitler andò al potere in seguito “alla diffusa disoccupazione e alla dolorosa contrazione dei salari, degli stipendi, dei prezzi e dei valori delle proprietà determinata dalla folle politica di Bruning in difesa del marco”.

Vi ricorda qualcosa questa storiella?

La moneta è costituita non solo dal denaro in circolazione, ma anche dai crediti bancari, ed è importante il ritmo con cui viene spesa: il denaro può esserci in quantità sufficiente, ma rimanere inattivo, non utilizzato, fermo nei depositi bancari; come avvenne durante la Grande Depressione, dove la politica di bilancio restrittiva si sommava ad una politica monetaria anch’essa restrittiva;

…scrive Galbraith in proposito: “la politica monetaria era come una corda. Si poteva tirarla, sia pure con risultati imprevedibili. Ma non era assolutamente possibile spingerla”.

Come si poteva allora indurre la gente a spendere in una situazione di trappola della liquidità?

Non con le politiche monetarie, perché stampare nuova moneta non serviva a nulla e il credito bancario non veniva utilizzato, ma con la politica fiscale; fu la grande rivoluzione economica di Keynes, che focalizzò l’attenzione sul fatto che la domanda aggregata è costituita non solo dai consumi delle persone e dagli investimenti delle imprese, ma anche dalla spesa pubblica, e che il bilancio dello Stato – in disavanzo – può contribuire a far uscire un’economia dalla recessione: “non bastava fabbricare moneta, bisognava che venisse spesa e che agisse direttamente sull’andamento economico”.

A però, chi l’avrebbe mai detto. E’ chiaro perchè oggi stanno facendo tutto il contrario di quello che dovrebbero fare?

E chi assimila l’economia di uno Stato a quella di una famiglia, osserva Galbraith, fa un confronto che non sta in piedi, perché “la ricchezza e la solvibilità di una nazione dipendono da ciò che produce la sua economia. Se prestiti e spese fanno aumentare la produzione, come sostiene Keynes, accrescono anche la sua solvibilità.

Solo di rado invece i prestiti e le spese aumentano la ricchezza di una famiglia”.

Ma dalla fine della seconda guerra mondiale la spesa pubblica americana si incrementò sempre più, e sempre più per scopi militari: le spese dello Stato “non servivano più a sostenere il reddito, la produzione e l’occupazione, per quanto bene accetti potessero essere questi effetti collaterali, ma a contenere il comu Autore: Andrea Mazzalai Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online