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Rischio liquidazione 4 banche se non si superano obiezioni Ue per Fondo depositi

Una donna preleva del denaro a uno sportello automatico a Milano. REUTERS/Alessandro Garofalo

ROMA (Reuters) - La discussione dell'Italia con la Commissione Ue sull'intervento del Fondo di tutela dei depositi per ricapitalizzare e salvare quattro banche in dissesto sta incontrando ostacoli che, se non superati in tempo, avrebbero conseguenze tragiche su questi istituti portandoli alla liquidazione. Senza poi l'approvazione in Italia del decreto che recepisce la direttiva sul salvataggio delle banche in crisi, il Fondo non avrebbe nessuna possibilità di intervenire.

Lo ha detto il presidente del Fondo di tutela dei depositi Salvatore Maccarone in una audizione al Senato, parlando del prospettato intervento su CariFerrara, Banca Marche, Banca Etruria e CariChieti.

"Queste banche salterebbero e il danno non sarebbe solo per i depositanti, ma anche un colpo alla fiducia del sistema bancario e ci sarebbe uno scenario di fuga dei depositi da alcuni istituti", ha detto Maccarone, spiegando cosa accadrebbe in caso di un mancato intervento del fondo.

Fino a quando il decreto delegato sul bail-in non sarà adottato in Italia, "il Fondo non può intervenire", ha spiegato Maccarone, ma l'ostacolo maggiore è, a detta del presidente del Fondo, la scarsa disponibilità delle autorità europee: "Non sembra che i contatti con la Commissione stiano riuscendo a superare le obiezioni Ue" secondo le quali l'intervento sarebbe un aiuto di Stato. Se non si superano questi ostacoli "si segnerebbe in maniera tragica la sorte di queste banche", ha aggiunto.

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Il recepimento del decreto sulla direttiva per le crisi bancarie, Brrd, permetterebbe di utilizzare la partecipazione di altri soggetti al salvataggio, convertendo in capitale i bond subordinati: "In quel caso con la partecipazione potenziale di altri, accanto a quella del Fondo, il rischio con la Ue si attenuerebbe, non so dire se verrebbe eliminato", ha detto Maccarone.

"Senza il decreto però il salvataggio non ce lo fanno fare", ha aggiunto.

Nel frattempo è una corsa contro il tempo per le banche coinvolte. "Oggi vedo i commissari di CariChieti. Per banca Etruria non sappiano ancora quale sia il fabbisogno di capitale perché è appena finita la due diligence. La necessità di capitale di Banca Marche è molto meno di 2 miliardi", ha sintetizzato Maccarone, che ha pure ricordato il programmato intervento da 300 milioni per ricapitalizzare la Cassa di risparmio di Ferrara.

Per poter intervenire serviranno le assemblee delle banche per deliberare gli aumenti, ora toccherà a Banca Marche, e nel caso di Banca Etruria "dovrà contestualmente esserci anche la trasformazione in Spa, altrimenti il Fondo non può intervenire".

Il Fondo intende agire secondo il principio che un'azione preventiva di ricapitalizzazione costerebbe meno di un rimborso dei depositanti in caso di liquidazione.

"Il fondo ha predisposto un intervento complessivo per queste banche con un impegno totale di circa 2 miliardi di euro", ha detto precisando che, in alternativa, solo per Banca Marche il costo di rimborsare i depositi garantiti sarebbe di 7,5 miliardi (non di 12,5 miliardi, come detto inizialmente). "Sarebbero 12,5 miliardi per i depositi garantiti di tutte e quattro le banche. Questi miliardi non li abbiamo e non li avremo mai", ha detto Maccarone.

(Stefano Bernabei)

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