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Riunione BCE: Draghi attendista prima di FED e BOJ

Riunione BCE: Draghi attendista prima di FED e BOJ

La parola passa a Mario Draghi atteso oggi alla conclusione della riunione di politica monetaria della BCE (Toronto: BCE.TO - notizie) che dovrebbe mantenere invariato l’outlook monetario dell’eurozona puntando l’attenzione sui dettagli tecnici dei programmi di accomodamento monetario.

Se da un lato sarà centrale il tono del presidente Draghi, dall’altro c’è una forte impostazione attendista attesa per un nulla di fatto che aprirà le porte ad un periodo “wait and see” che potrebbe durare fino all’aggiornamento dei parametri di crescita e inflazione che saranno compresi invece nella prossima riunione di Dicembre.

La riunione della BCE di oggi è l’ultimo appuntamento monetario della banca centrale di una delle principali aree economiche mondiali fino al 21 Dicembre quando andranno in scena Federal Reserve e Bank of Japan.

Con la pubblicazione del Beige book di ieri sera è stato evidente che è in atto una cristallizzazione dei player dell’economia statunitense in vista dell’elezione di Novembre con un tendenziale indebolimento delle prospettive sul breve periodo. Di conseguenza è stato parzialmente confermato l’outlook improntato alla cautela anche per Yellen e colleghi dopo che una serie di dichiarazioni dietro l’altra durante il mese di Agosto aveva portato i mercati a non escludere un rialzo dei tassi già a Settembre. La rimodulazione delle probabilità di rialzo ha quindi portato ad un generalizzato indebolimento del biglietto verde che di converso ha dato spinta al mondo emergente e al mercato delle commodities.

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Proprio sul fronte energia si è acceso l’altro importante riflettore per lo scenario internazionale che ha visto un accordo di massima tra Russia e Arabia Saudita sul tema dei livelli di produzione con il ruolo sempre più attivo del Cremlino a ricercare una mediazione tra le posizioni, apparentemente inconciliabili, tra Teheran e Riad.

Market Movers

04:00 Cina Bilancia commerciale cons. 58.0b prec. 52.3b

06:30 Giappone Discorso Nakaso (BOJ)

13:45 Eurozona Riunione politica monetaria BCE cons. 0.00% prec. 0.00%

14:30 Eurozona Discorso Draghi (BCE)

14:30 Stati Uniti Nuove richieste sussidi cons. 265k prec. 263k

16:30 Stati Uniti scorte petrolio EIA cons. 0.40m prec. 2.28m

EURUSD

Prosegue il percorso di risalita della moneta unica anche in apertura dei mercati europei che, seppure deboli, mantengono il territorio positivo in apertura di sessione. EURUSD scambia poco sopra 1.1250 in area 1.1270, area che dovrebbe essere confermata fino alla riunione di politica monetaria della BCE. L’istituto guidato dal presidente Draghi dovrebbe mantenere invariato l’attuale outlook monetario e conseguentemente l’attenzione sarà incentrata sul tono e sui dettagli tecnici: le prospettive sono per un sensibile aumento della volatilità sulla moneta unica.

GBPUSD

Continua il consolidamento della sterlina inglese del trend rialzista che ha interessato il cable da inizio mese con uno spostamento delle quotazioni saldamente sopra quota 1.33 in area 1.3340 in apertura dei mercati europei. Le quotazioni del cable sono state sostenute non solo dallo spostamento in avanti dell’apertura formale della questione brexit, ma anche e soprattutto dalla debolezza del biglietto verde che interessa tutte le principali divise dopo la conferma dell’improbabilità di un rialzo dei tassi a Settembre uscita dal Beige Book pubblicato ieri sera, fattori che potrebbero sostenere ulteriormente il trend in atto.

USDJPY

Ancora una sessione di consolidamento per lo yen giapponese che continua a scambiare sui massimi di periodo in area 101.50 nel rapporto con il biglietto verde a causa soprattutto della combinazione tra prosecuzione della debolezza di dollaro USA e lieve arretramento del mercato azionario nipponico dove l’indice Nikkei della borsa di Tokyo cede lo 0.32%, in controtendenza rispetto alle altre asiatiche. L’andamento interlocutorio delle borse europee non contribuisce alla risalita di USDJPY, ma ne mantiene laterale l’outlook anche dopo la rimodulazione delle attese di mercato sulla improbabilità di un rialzo dei tassi americani a settembre che è permeata dal Beige book pubblicato ieri.

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