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Uber, tribunale Roma inibisce uso app in Italia per concorrenza sleale

ROMA (Reuters) - Il tribunale civile di Roma ha disposto oggi il divieto di utilizzo delle applicazioni Uber in Italia entro dieci giorni, accogliendo così di fatto la denuncia di alcune aziende radio-taxi e associazioni di tassisti contro la società di servizio di trasporto a richiesta via smartphone. Lo dice il testo dell'ordinanza vista da Reuters. Uber, in una nota, ha annunciato che farà ricorso contro la decisione. L'ordinanza del giudice Alfredo Landi giunge mentre governo e Parlamento stanno discutendo di come modificare una legge del 1992 per fare maggiore spazio alle società di Noleggio con Conducente (Ncc) e a servizi come Uber senza danneggiare eccessivamente i tassisti. Secondo il giudice, Uber non è un mediatore tra autisti e passeggeri ma "esercita un'attività organizzata a scopo di lucro, tramite la quale, a seguito della predetta adesione degli autisti muniti di autorizzazione al servizio Ncc, esercita un servizio pubblico non di linea con modalità che costituiscono una violazione delle norme pubblicistiche dettate al riguardo". Inoltre l'ordinanza contesta l'uso di tariffe diverse e non predeterminate dalle autorità e il fatto che le vetture non tornano nelle rimesse prima di intercettare nuovi clienti, come prevede la normativa. In un comunicato, Uber si dichiara "allibita" dalla decisione del tribunale, annuncia ricorso e fa appello al governo perché "non può perdere altro tempo ma deve decidere se rimanere ancorato al passato, tutelando rendite di posizione, o permettere agli italiani di beneficiare di nuove tecnologie come Uber". (Massimiliano Di Giorgio) Sul sito it.reuters.com le notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia