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Grecia al voto: situazione economica prima delle elezioni

A meno di una settimana dal nuovo voto in Grecia, la situazione sembra essere sempre più ingarbugliata. In uno scenario politico per niente facile, con una campagna elettorale dai toni accesi e una forte contrapposizione tra le forze politiche conservatrici e quelle estremiste - di destra e sinistra -  come Nea Dimocratia e il Syriza, la situazione economica di Atene rimane al centro delle discussioni politiche nazionali ed europee.

A complicare la situazione, la recessione in Spagna, che ha avuto effetti anche sul terrirorio ellenico. In seguito all'accordo fatto per salvare le banche spagnole, il governo di Atene sta sperando in una nuova intesa tra le forze europee che porti ad un alleggerimento delle loro politiche di austerity, ritenute dal quotidiano centrista Ethnos "la medicina meno efficace per la crisi economica", sottolineando inoltre che "la velocità con la quale la crisi delle banche spagnole è stata affrontata è una prova innegabile che la nuova correlazione di forze in Europa è una via efficace per fare pressioni sulla Germania". Allentare la morsa, dunque, attraverso degli "aggiustamenti" - definiti così dal ministro per lo Sviluppo, Yiannis Stournaras - che siano meno drastici e che portino ad uno sviluppo più graduale. Perchè le misure di austerity adottate per la Grecia - disastrose sia per il leader socialista Evangelos Venizelos che da quello della sinistra radicale Syriza, Alexis Tsipras - stanno mettendo in ginocchio un Paese, in ogni suo aspetto. Addirittura nei trasporti: è di qualche giorno fa la notizia - pubblicata dal quotidiano Kathimerini - che l'uso di mezzi pubblici e di autovetture private si è ridotto in un anno del 30%, a causa dell'aumento dei prezzi del carburante e l'introduzione di nuovi costi aggiuntivi (tasse di circolazione, l'assicurazione e la manutenzione), aggravati inoltre dall'aumento della disoccupazione e la diminuzione dei salari, provocando un calo del fatturato del 19% nel settore dei trasporti pubblici.

Se di crisi si parla, non è soltanto economica: negli ospedali mancano farmaci e materiale medico, a causa di un debito di circa 150 milioni di euro che lo Stato ha con i fornitori delle cause farmaceutiche, che hanno così interrotto l’approvvigionamento a credito. E non vedono la luce nemmeno gli addetti del settore turistico, ridotto tra  il 30 ed il 50%, soprattutto in seguito alle ultime, inconcludenti elezioni. Le stesse elezioni che stanno provocando la fuga all'estero dei capitali greci, una situazione che sta mettendo in allarme le banche elleniche - è stata calcolata una riduzione di depositi bancari nel solo mese di maggio di circa sei miliardi di euro - e che è stata al centro di una riunione cui hanno preso parte il ministro delle Finanze Giorgos Zanias, il Governatore della Banca Centrale di Grecia, Giorgos Provopoulos, il direttore dell'Ente per la Stabilita' monetaria, Panajiotis Thomopoulos, e il presidente dell'Unione delle Banche greche, Vassilis Rapanos.

La speranza è che qualcosa si smuova dopo queste attesissime elezioni, mentre lo spettro del Grexit continua ad essere sempre più vicino.

Scopri quali potrebbero essere gli scenari possibili del dopo voto