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RES PUBLICA - Caso Ilva, in scena lo scontro magistratura-governo

di Paolo Biondi ROMA (Reuters) - Lo scontro tra la magistratura pugliese ed il governo va ben oltre la vicenda delle 44 persone e 3 società rinviate a giudizio ieri per il caso Ilva. Come dice oggi l'ex presidente della Corte costituzionale Cesare Mirabelli, mette in scena "uno scontro di potere che non fa bene a nessuno". Al di là della vicenda processuale che dirimerà responsabilità sulle tragiche vicende di questi anni, il recente sequestro dell'altoforno ha evidenziato il braccio di ferro tra procura di Taranto e governo. In questi anni, a partire da Tangentopoli nel 1992, abbiamo assistito a un mondo politico messo alla sbarra perché ha spesso preteso di ritenersi al di sopra della legge. Oggi assistiamo talvolta a una magistratura che incrocia i guantoni con la legge invece che preoccuparsi di verificare che venga rispettata. Non viviamo in uno Stato etico dove esistono valori dai quali farsi governare, ma in uno Stato di diritto governato da leggi scritte, che cambiano e vanno applicate nella loro mutevolezza. Mirabelli dice poi che non bisogna "eccedere nell'uso dello strumento del sequestro preventivo degli impianti", come abbiamo visto accadere a Taranto, alla Fincantieri di Monfalcone e al molo D di Fiumicino sequestrato dalla magistratura di Civitavecchia, solo per usare esempi delle ultime settimane. L'uso degli strumenti va adeguato al rispetto di norme che regolano rapporti economici e sociali. Sono questi l'orizzonte e i contenuti dello scontro che ieri ha fatto reagire anche Confindustria con una nota ed oggi scendere in campo commentatori sui principali quotidiani. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia