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Alitalia, suspence per referendum su accordo, Milano vota no

di Alberto Sisto FIUMICINO (Reuters) - Le prime indicazioni, provenienti da Milano, sono negative. L'accordo per la riduzione dei costi del personale di Alitalia è stato bocciato a larga maggioranza dai dipendenti. Negli scali milanesi, Linate e Malpensa, ci sono stati 968 voti contrari e 192 voti favorevoli: "avranno votato molti naviganti" (la categoria più contraria all'accordo), ha commentato una fonte aziendale che ben conosce il personale della compagnia aerea. Adesso è in corso lo scrutinio di una delle 7 urne romane che, secondo alcuni addetti alle operazioni, contiene i voti di circa 4.000 dipendenti, in gran parte personale di volo e quindi presumibilmente schierato per il no. Lo scrutinio si concluderà solo in serata e allo stato attuale nessuno se la sente di azzardare previsioni, visto il numero di voti scrutinati e l'appartenenza in prevalenza alla sola categoria di piloti e assistenti di volo. Alitalia, che dalla privatizzazione non ha mai fatto utili, è nuovamente in crisi a causa degli scarsi ricavi e degli alti costi. Tutti i costi, i leasing degli aerei, le coperture sui carburanti.. ed anche il costo del personale, non solo per la componente salariale, ma anche per la gestione e l'organizzazione. Negli ultimi bilanci della compagnia aerea i ricavi sono eguagliati dalle sole spese per noleggi forniture e acquisti di beni e servizi. Rilevanti i costi dei leasing. Ma a questi vanno aggiunti i circa 500 milioni di spesa per il personale che i manager avevano chiesto di tagliare di circa il 30%. Tutte voci che hanno portato in rosso la società malgrado l'intervento nel capitale della compagnia emiratina Etihad. Secondo l'Istituto Bruno Leoni, la compagnia aerea ha perso nel 2014-2016, l'ultimo bilancio depositato è quello del 2015, 1,179 miliardi. Fra gli elementi discussi ai tavoli presso il ministero dello Sviluppo economico la settimana scorsa, e che i sindacati hanno accettato di negoziare, sottoponendoli a referendum, ci sono anche il tetto agli aumenti di stipendio che in futuro non potranno superare il 25%. Fino ad oggi per i passaggi da pilota a comandante arrivavano al 50%. Ma l'azienda ha chiesto anche limitazioni nella fruizione delle ferie per il personale di terra nei mesi estivi. Questa consuetudine ha costretto Alitalia al costante ricorso all'assunzione di personale stagionale a tempo determinato. Che ora non verrà richiamato insieme ad altri 980 dipendenti che finiranno in cassa integrazione. Alle 16, orario di chiusura dei 9 seggi, 7 nelle sedi di Roma e 2 a Milano, avevano votato oltre 9.900 dipendenti sui circa 11.400 che, secondo le stime del sindacato, avrebbero preso parte alla consultazione, pari a circa l'87%. Fonti vicine all'azienda fanno sapere che, se i sì prevarranno, dopodomani il cda si riunirà per avviare la ricapitalizzazione della società per circa 1,9 miliardi, fra conversioni di debiti in azioni, nuove linee di credito e una garanzia pubblica. Ma è chiaro che la nuova iniezione di denaro senza strategie più mirate servirà solo a tirare avanti qualche anno. In caso di prevalenza dei no, invece, la procedura verrebbe accelerata e già domani si potrebbe riunire il consiglio di amministrazione per avviare la richiesta per l'ammissione alla legge Marzano, l'amministrazione straordinaria speciale per le imprese di rilevanti dimensioni. Sarebbe allora l'amministrazione straordinaria a decidere il futuro della società. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia