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Banche, Csc: pericoloso limite titoli Stato, va sospeso bail-in

ROMA (Reuters) - La proposta di limitare i titoli di Stato nei portafogli delle banche non serve ad evitare il rischio sovrano e potrebbe frenare il credito, mentre le nuove regole sul bail-in vanno sospese perché minacciano di far lievitare i costi per i contribuenti anziché ridurli. Così l'ufficio studi di Confindustria critica in una nota, firmata da Luca Paolazzi e Ciro Rapacciuolo, gli effetti attuali e potenziali delle nuove regole europee sulle banche. "Il bail-in va, comunque, sospeso non tanto per la situazione di un paese o di un altro, ma perché sono stati valutati male i suoi reali effetti economici, che sono del tutto controproducenti proprio rispetto alle pur comprensibili ragioni che hanno spinto verso la sua introduzione", dice la nota di Confindustria. Anche la soluzione per la mole di crediti deteriorati nei bilanci bancari richiederebbe interventi più incisivi secondo il Csc, che osserva come "le garanzie statali a prezzi di mercato non risolvono il problema". Piuttosto servirebbe "un insieme di interventi per liberare subito i bilanci bancari, tra cui la creazione di più società veicolo in cui trasferire le sofferenze, la diluizione delle eventuali perdite in più esercizi e l’accelerazione dei tempi di escussione delle garanzie". Molto netta la contrarietà di Confindustria all'ipotesi "inutile e dannosa" che venga introdotto un limite all'acquisto dei titoli di Stato domestici da parte delle banche dell'eurozona. "Se accolta, avrebbe effetti dirompenti sulla tenuta dell’Unione europea". La nuova regola sul bail-in, che dal 2016 mette in capo ad azionisti e obbligazionisti subordinati il costo di un salvataggio bancario, pone "nuovi rischi per i risparmiatori". In Italia, ricorda Csc, è più elevata la quota di collocamento al dettaglio di bond. "Se la percezione di maggiore rischiosità delle obbligazioni bancarie porterà a un aumento dei rendimenti che le banche devono offrire per emetterle, ciò si rifletterà sul costo del credito offerto dagli istituti, determinando una nuova stretta", dice Csc. In caso di crisi sistemica, "con il bail-in i contribuenti sarebbero chiamati a pagare il conto non una, ma quattro volte. Primo, con la perdita di valore dei loro asset, a causa del crollo delle quotazioni di Borsa e dei prezzi delle case. Secondo, con la diminuzione del reddito. Terzo, con la perdita di posti di lavoro. Quarto, con l’incremento della tassazione e/o con il taglio della spesa pubblica, necessari a coprire il deficit pubblico causato dal peggioramento dell'economia". (Stefano Bernabei) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italianoLe top news anche su www.twitter.com/reuters_italia