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Cina, nuova rivolta nello Xinjiang, 16 morti

PECHINO (Reuters) - La polizia cinese ha ucciso 14 persone nel corso di una rivolta a Kashgar, nei pressi dell'antica Via della seta, in cui sono rimasti uccisi anche due agenti. Lo ha annunciato oggi il governo regionale, in quello che è l'ultimo episodio di ribellione in ordine di tempo nella provincia dello Xinjiang, nella Cina occidentale. L'incidente è avvenuto ieri, domenica: la polizia è stata accolta da una folla armata di bombe e coltelli, quando si è presentata in un villaggio nei pressi di Kashgar per arrestare "presunti criminali", ha riferito l'amministrazione sul sito ufficiale Tianshan (www.ts.cn). "La polizia ha risposto con decisione", dice un comunicato, aggiungendo che due persone sono state arrestate e che è stata aperta un'inchiesta. Reuters non è riuscita a ottenere per il momento un commento dalle autorità. Il mese scorso, secondo media di Stato, almeno nove civili e due poliziotti sono rimasti uccisi in un attacco contro una stazione della polizia, sempre nei pressi di Kashgar, da parte di un gruppo di ribelli armati di asce. La Cina ha rafforzato le misure di sicurezza nello Xinjiang dopo che a ottobre, sulla piazza Tienanmen di Pechino, un veicolo è piombato sulla folla, provocando la morte dei tre passeggeri e di due passanti in quello che secondo le autorità è stato un attentato condotto da militanti islamici. La maggioranza degli abitanti della provincia parlano una lingua di origine turca e sono musulmani, e denunciano le restrizioni imposte dal governo centrale contro la loro cultura. La Cina nega invece l'accusa. (Ben Blanchard e Hui Li) Sul sito it.reuters.com le notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia