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Electrolux investirà a Porcia, stabilimento non chiude

Electrolux, azienda investirà anche a Porcia, stabilimento non chiude. REUTERS/SCANPIX/Janerik Henriksson (Reuters)

di Francesca Piscioneri ROMA (Reuters) - Electrolux prende atto della disponibilità del governo sul rifinanziamento e la decontribuzione per i contratti di solidarietà, e si impegna a investire nello stabilimento friulano di Porcia, per il quale i sindacati temevano la chiusura. L'annuncio è contenuto in una lettera che la multinazionale svedese degli elettrodomestici ha inviato a sindacati, governo e Regioni, ottenuta da Reuters. "Electrolux, sulla base delle proposte e disponibilità che stanno giungendo da parte del governo e dalle istituzioni per interventi di supporto alla riduzione del costo del prodotto, con particolare riferimento al settore delle lavabiancheria, si è impegnata ufficialmente a presentare un piano industriale con investimenti per Porcia nel prossimo incontro in sede istituzionale", si legge nella lettera. "Electrolux valuta molto positivi gli appelli utili ad affrontare la problematica del costo del lavoro [...] e le relative manifestazioni di disponibilità, soprattutto quelle che indicano la decontribuzione della solidarietà come via maestra e come misura implementabile efficacemente e velocemente", si legge ancora. "Acquisiamo il risultato che Porcia non chiude e che sulla riduzione dell'orario vi è una posizione chiara che viene incontro alle nostre richieste", ha commentato a Reuters il responsabile elettrodomestici della Uilm, Gianluca Ficco. "Electrolux intende mantenere lo schema di orario di lavoro a 6 ore (quando necessario) esclusivamente attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali", si legge. La multinazionale lavora poi a un "aggiornamento del piano industriale e della allocazione di prodotti a Susegana". A fine gennaio Electrolux aveva presentato ai sindacati un piano che prevedeva il taglio del costo del lavoro, giudicato eccessivo, con una decurtazione di fatto dei salari che nel triennio sarebbe arrivata a circa il 15%; paventava inoltre una riduzione stabile dell'orario di lavoro a 6 ore giornaliere qualora non fosse stata rifinanziata la solidarietà ad oggi di 2 ore. Le indicazioni si riferivano a tre stabilimenti - Forlì (Emilia Romagna), Susegana (Veneto) e Solaro (Lombardia)- mentre nulla si diceva sul più grande, quello di Porcia, che produce lavatrici - il segmento più in crisi - e impiega 1.200 persone sulle circa 6.200 occupate in tutta Italia. I sindacati hanno respinto il piano e chiesto un tavolo al ministero dello Sviluppo. Secondo stime Uilm, nel triennio, la perdita di salario mensile derivante dal piano sarebbe di 357 euro per la cancellazione di alcune voci contrattuali, più ulteriori 460 euro mensili dalla riduzione oraria a 6 ore fisse qualora non venisse prorogata la solidarietà che oggi è di 2 ore. L'azienda, nel corso di una audizione parlamentare, ha chiesto al governo di rifinanziare il fondo per l'occupazione destinato ai contratti di solidarietà per poter andare avanti con la formula 6+2, trovando l'apertura dell'esecutivo. Ha chiesto poi una decontribuzione per le imprese che impieghino tale formula contrattuale. La stessa proposta è arrivata, su questo punto, dal sindacato al tavolo di settore sul 'bianco'. Electrolux chiede infine che a partire da lunedì 10 febbraio "tutte le attività di blocco delle merci e prodotto finito siano interrotte". Manifestazioni di protesta e picchetti sono stati messi in campo dai lavoratori nelle scorse settimane contro il piano aziendale presentato a fine gennaio. Il prossimo incontro ufficiale con governo, sindacati e Regioni è previsto per il 17 febbraio. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia