Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • FTSE MIB

    33.987,67
    -118,34 (-0,35%)
     
  • Dow Jones

    39.375,87
    +67,87 (+0,17%)
     
  • Nasdaq

    18.352,76
    +164,46 (+0,90%)
     
  • Nikkei 225

    40.912,37
    -1,28 (-0,00%)
     
  • Petrolio

    83,44
    -0,44 (-0,52%)
     
  • Bitcoin EUR

    53.291,65
    +1.138,86 (+2,18%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.202,06
    -6,63 (-0,55%)
     
  • Oro

    2.399,80
    +30,40 (+1,28%)
     
  • EUR/USD

    1,0844
    +0,0029 (+0,27%)
     
  • S&P 500

    5.567,19
    +30,17 (+0,54%)
     
  • HANG SENG

    17.799,61
    -228,67 (-1,27%)
     
  • Euro Stoxx 50

    4.979,39
    -8,09 (-0,16%)
     
  • EUR/GBP

    0,8457
    -0,0015 (-0,17%)
     
  • EUR/CHF

    0,9703
    -0,0023 (-0,23%)
     
  • EUR/CAD

    1,4777
    +0,0063 (+0,43%)
     

Eni, avviso chiusura indagini per presunta corruzione Nigeria per 11 persone e due società

MILANO (Reuters) - La procura di Milano ha disposto la notifica degli avvisi di chiusura indagine nei confronti di 13 indagati, tra cui l'AD di Eni Claudio Descalzi, la stessa società e Shell, nell'ambito dell'inchiesta per presunta corruzione internazionale in Nigeria nel 2011. Tra i 13 destinatari dell'avviso di chiusura indagini -- 11 persone fisiche e le due società -- ci sono anche l'ex AD Paolo Scaroni, l'uomo d'affari Luigi Bisignani e l'allora responsabile della società per le attività operative nell'Africa sub-sahariana Roberto Casula, come si evince dal provvedimento, letto da Reuters. Nel periodo dei fatti contestati Scaroni era AD della società e Descalzi capo della divisione Oil. La società petrolifera e Shell risultano indagate come persone giuridiche in base alla legge 231 sulla responsabilità delle aziende per gli illeciti commessi dal management. Al momento non è stato possibile raggiungere gli interessati per un commento, ma gli stessi in passato hanno respinto ogni accusa. In una nota diffusa oggi, la major petrolifera italiana prende atto della chiusura indagini e ribadisce la correttezza del proprio operato, spiegando che "la somma versata da Eni e Shell per il blocco [del giacimento petrolifero offshore] OPL 245 è stata, d'altronde, versata direttamente su un conto intestato al governo nigeriano". L'inchiesta dei magistrati milanesi ipotizza il pagamento di tangenti per oltre 1 miliardo di dollari per l'acquisto da parte di Eni e Shell della licenza per l'esplorazione del campo petrolifero Opl-245 in Nigeria. L'atto di chiusura indagini normalmente è prodromico della richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura. Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia