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ESCLUSIVA - Mps, Profumo e Viola indagati, fascicolo da Siena a Milano

Alessandro Profumo (a sinistra) e Fabrizio Viola in una immagine di archivio. REUTERS/Giampiero Sposito/File Photo (Reuters)

FIRENZE (Reuters) - L'AD di Banca Mps, Fabrizio Viola, e l'ex-presidente dell'istituto, Alessandro Profumo, sono indagati dalla procura di Siena per falso in bilancio e manipolazione del mercato nell'ambito di un'inchiesta che ipotizza una rappresentazione non corretta dei derivati Alexandria e Santorini nei bilanci dal 2011 al 2014. Lo riferisce una fonte a conoscenza alla vicenda, precisando che all'inizio di luglio i pubblici ministeri senesi hanno inviato il fascicolo alla procura di Milano, territorialmente competente per il reato più grave tra quelli ipotizzati, la manipolazione del mercato. Le indagini della procura di Siena, aggiunge la fonte, sono partite nel 2015, a seguito di alcuni esposti presentati da piccoli azionisti, comitati senesi e associazioni di consumatori. "L'indicazione del dottor Viola e del dottor Profumo quali soggetti indagati, trae le proprie origini da un esposto effettuato da un azionista della banca che peraltro, in sede assembleare, aveva proposto l'azione di responsabilità nei confronti dei predetti soggetti, azione poi respinta con sostanziale unanimità di voti", dice la banca a Reuters con riferimento all'assemblea di bilancio dello scorso aprile. "A fronte della ricezione di un esposto/denuncia la magistratura è tenuta all'apertura di un fascicolo in cui sono indicati taluni soggetti sottoposti ad indagine, si tratta di un atto dovuto cui la procura non può esimersi. Peraltro, sui medesimi fatti la procura di Milano ha già avuto modo di sottolineare la proattività del nuovo management della banca nel contribuire a far luce sulle responsabilità di coloro che hanno effettivamente dato vita a tali operazioni", continua l'istituto. La posizione della banca riflette anche quella di Profumo, spiega il portavoce dell'attuale presidente di Equita. La procura di Milano, destinataria di esposti analoghi a quelli ricevuti da Siena, ha ora ancora 18 mesi di tempo per decidere se archiviare o chiedere il rinvio a giudizio per Viola e Profumo. "I magistrati di Siena, che hanno deciso di non archiviare le indagini e di trasmettere il fascicolo a Milano, evidentemente ritengono che vi sia stata da parte dei manager di Mps l'intenzione di fornire una rappresentazione non corretta di Alexandria e Santorini nei bilanci dal 2011 al 2014, approvati durante la gestione di Profumo e Viola", ragiona la fonte. Sulla base dei bilanci finiti nel mirino dei pubblici ministeri, Montepaschi ha varato due aumenti di capitale, da 5 miliardi nel 2014 e da 3 miliardi nel 2015. Le due complesse operazioni finanziarie, Santorini e Alexandria, sono state nel frattempo chiuse da Mps con accordi prima con Deutsche Bank, poi con Nomura. In occasione della chiusura delle indagini milanesi, a inizio 2016, che ha visto rinviati a giudizio i precedenti vertici di Montepaschi (tra i quali Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gianluca Baldassarri), i pm di Milano hanno stabilito che Alexandria era un derivato, mentre era stato rappresentato nei bilanci come una complessa operazione in Btp. La Consob, facendo proprie le risultanze della magistratura di Milano, aveva quindi imposto a Montepaschi di rappresentare in bilancio Alexandria come derivato, cosa che Mps aveva comunicato a metà dicembre scorso, per poi effettuare la riscrittura contabile nel bilancio 2015. L'assemblea dello scorso 14 aprile ha approvato quel bilancio, chiuso con un utile consolidato di 388 milioni di euro per effetto della nuova contabilizzazione del contratto Alexandria, che ha portato un beneficio di 500 milioni ai conti. In quell'occasione i soci, a larghissima maggioranza, hanno respinto la richiesta di due azionisti di avviare una azione di responsabilità contro l'ex presidente Profumo e l'AD Viola per la contabilizzazione del prodotto Alexandria. Fino ad allora Montepaschi aveva comunque "avvisato" della possibilità di ritenere Alexandria un derivato, rappresentandolo come tale "pro forma" nella nota integrativa ai bilanci fino al 2014. Questo però non è stato sufficiente per i pm di Siena, secondo i quali i bilanci sono stati comunque redatti secondo una forma non corretta: da qui la decisione di indagare Profumo e Viola per falso in bilancio e manipolazione del mercato, e di trasmettere poi il fascicolo a Milano per competenza territoriale. Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia