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Estremismo islamico, alcuni tra arrestati pianificavano attentati a Roma

L'uomo identificato dalla polizia come Moutaharrik Abderrahim. Italian Police/Handout via Reuters (Reuters)

MILANO (Reuters) - Carabinieri e polizia hanno arrestato quattro presunti 'estremisti islamici' accusati di volersi unire alle fila dell'Isis. Alcuni di questi quali stavano pianificando attentati in Italia, facendo riferimento nelle loro conversazioni a Roma e al Vaticano, luoghi simbolo per i cristiani. E' quanto emerge dalle 72 pagine del provvedimento cautelare emesso dal gip di Milano, e letto da Reuters, nei confronti di sei persone - due delle quali ancora latitanti, presumibilmente in Siria - tutte accusate di 'partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo internazionale'. Secondo le indagini, due delle persone coinvolte hanno fatto riferimento ad attentati in Vaticano e all'ambasciata di Israele a Roma. "... Se riesco a mettere la mia famiglia in salvo, giuro [...] sarò il primo ad attaccarli in questa Italia crociata, il primo ad attaccarla, giuro, giuro che l'attacco, nel Vaticano con la volontà di Dio", dicono in una conversazione intercettata due dei coinvolti. In un'altra conversazione si fa invece rifermento a un attacco all'ambasciata israeliana a Roma. "... Ho detto che voglio picchiare (inteso come colpire e far esplodere) Israele a Roma. Sì... l'ambasciata". Il pm di Milano Maurizio Romanelli, titolare dell'inchiesta nell'ambito di cui è stata emessa l'ordinanza di custodia, ha detto durante una conferenza stampa che "il profilo di novità è che non si tratta di un'indicazione generica: una persona specifica viene incaricacata di procedere in territorio italiano. L'attenzione viene portata su Roma perché è luogo dei pellegrinaggi dei cristiani". Anche secondo il ministro dell'Interno Angelino Alfano - che ha definito gli arresti "molto importanti" - i sei destinatari dell'ordinanza avevano intenzione di compiere attentati in Italia. Tra i destinatari dell'ordinanza in carcere, ancora latitanti sono Mohamed Koraichi e Alice Brignoli, marito e moglie già residenti in provincia di Lecco, partiti verso la regione siro-irachena nel febbraio 2015 con tre figli. Carabinieri e polizia hanno invece arrestato Wafa Koraichi, una loro congiunta adoperatasi per mettere in contatto questi ultimi con gli aspiranti combattenti; Abderrahim Moutaharrik e Salma Bencharki, una coppia residente in provincia di Lecco che aveva intenzione unirsi a breve alle milizie dello Stato islamico, portando con sé i figli di due e quattro anni e Abderrahmane Khachia, 23enne marocchino residente in provincia di Varese, fratello di un 'foreign fighter' espulso dall'Italia nel gennaio 2015. Al momento non è stato possibile contattare i loro legali per un commento. Nell'ordinanza sono elencate molte intercettazioni telefoniche che secondo l'accusa testimoniano chiaramente la conversione all'integralismo militante, l'adesione allo Stato islamico e l'intenzione di partire per la Siria. La maggior parte delle conversazioni, hanno detto gli inquirenti, avvenivano con messaggi registrati via Whatsapp. Fra quelle più significative viene indicata quella fra un personaggio ritenuto chiave dell'Is, individuato come 'sceicco' o 'emiro', e Moutaharrik. Lo sceicco, in un arabo dotto, invita l'uomo e i suoi amici a non partire, ma a restare in Italia per compiere attentati. I contatti più frequenti, dice ancora l'ordinanza, sono con Mohamed Koraichi che insieme alla moglie italiana si trova già nell'Is e sul proprio account di Whatsapp ha la foto di quattro bambini piccoli in tuta mimetica e l'indice rivolto al cielo: tre sono suoi figli e uno è il figlio di una vedova di un combattente islamico, che Koraichi ha preso come seconda moglie una volta giunto nei territori dell'Is. Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia