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Italia, Ue: fonte di rischio per zona euro ma bene riforme

Italia, Commissione Ue: fonte di rischio per zona euro ma bene riforme. REUTERS/Francois Lenoir (Reuters)

MILANO (Reuters) - A parere della Commissione europea l'Italia ha compiuto progressi rispetto alle raccomandazioni dell'anno scorso; nonostante gli interventi positivi del governo, resta però esposta a debolezze ormai di lunga data. Alto debito e bassa produttività sono solo alcuni dei fattori che limitano le capacità di crescita del Paese e alimentano i rischi di ripercussioni negative sull'intera area euro. Questo il giudizio di Bruxelles delineato nel 'Country report' 2016 pubblicato oggi, in cui si mette a fuoco un Paese che si è dimostrato capace di rimettersi in moto ma che resta sostanzialmente osservato speciale. "Data la sua centralità nella zona euro, l'Italia è fonte di potenziali ricadute sugli altri Stati membri (...). La ripresa modesta e le debolezze strutturali del paese influiscono negativamente sulla ripresa e sul potenziale di crescita dell'Europa" scrive la Commissione. Una fonte del Tesoro commenta il rapporto dicendo che, grazie alle politiche economiche del governo, "oggi l'Italia è un Paese più forte e il rischio che le sue debolezze possano ripercuotersi sulla zona euro è sicuramente più contenuto di quanto fosse prima dell'avvio del ciclo riformatore". PROGRESSI Bruxelles riconosce che "nel complesso l'Italia ha compiuto qualche progresso nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per Paese del 2015". Tra i vari provvedimenti, l'esecutivo comunitario cita le riforma del mercato del lavoro, della scuola, della governance bancaria, le misure per la gestione dei crediti in sofferenza, la legge sulla concorrenza attualmente in discussione e la delega per la riforma della Pa. "Il pieno effetto di queste riforme potrà concretarsi solo nel tempo, ma i primi segnali sono positivi" osserva la Commissione. In alcuni settori fondamentali restano però margini di intervento, scrive Bruxelles, osservando che "sono stati ulteriormente ridimensionati gli obiettivi di risparmio perseguiti dalla revisione della spesa pubblica". PRODUTTIVITÀ Tra le conclusioni Ue il richiamo a una crescita "più robusta" della produttività, "essenziale" per poter correggere gli squilibri macroeconomici. "L'elevato rapporto debito pubblico/Pil dell'Italia, unito al deterioramento della competitività e della crescita della produttività, continua ad essere una fonte di vulnerabilità per l'economia" dice il rapporto, sottolineando la tendenza al peggioramento dell'avanzo strutturale. MERCATO LAVORO Prosegue preoccupazione Ue per la situazione occupazionale italiana, per quanto si dia atto al governo di aver riformato in profondità le istituzioni del mercato del lavoro. I primi dati indicano un effetto positivo sull'economia e tale effetto "verrebbe amplificato da una riforma della contrattazione collettiva", che procede lentamente, così come limitata resta la contrattazione a livello aziendale. BANCHE Parlando infine del settore credizio, l'Ue ipotizza che con il ritorno degli investitori stranieri e la ripresa delle opportunità di investimento privato, "nei prossimi anni le banche italiane potrebbero ridurre considerevolmente l'esposizione ai titoli di Stato". Per il momento, tuttavia, le banche restano "vulnerabili ai possibili cambiamenti repentini di percezione del rischio sovrano sui mercati finanziari". Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia