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Italia, inflazione gennaio fiacca prelude a 2018 poco effervescente

Saldi in un negozio a Roma, il 5 gennaio 2018. REUTERS/Tony Gentile (Reuters)

di Elvira Pollina e Valentina Consiglio

MILANO/ROMA (Reuters) - Si è confermata tutt'altro che effervescente la dinamica dei prezzi al consumo in Italia a gennaio, mese in cui, secondo i numeri preliminari forniti da Istat, l'inflazione, nonostante gli aumenti delle tariffe di luce e gas, ha segnato una battuta d'arresto.

Nel dettaglio, l'indice nazionale dei prezzi al consumo Nic ha registrato una variazione mensile di +0,2% dopo +0,4% di dicembre, mentre la mediana delle attese degli economisti prospettava un raffreddamento a 0,3%. Su base annua, l'inflazione nazionale si è assestata a 0,8% da 0,9% di dicembre, come da attese.

Secondo i calcoli dell'Unione nazionale consumatori, l'attuale livello d'inflazione comporta una spesa aggiuntiva annua di 288 euro per una coppia con un figlio.

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"A livello mensile, possiamo dire che l'aumento delle tariffe ha compensato la robusta correzione dei trasporti, i cui prezzi sono rientrati dopo la salita di dicembre in concomitanza delle festività natalizie", sintetizza Loredana Federico di UniCredit.

L'inflazione acquisita per il 2018 è pari a +0,3% per l’indice generale e -0,1% per la componente di fondo, al netto di beni energetici e alimentari freschi.

I prezzi al consumo nazionali, dopo la marginale ma storica contrazione del 2016 (-0,1%, la prima dal 1959), l'anno scorso hanno registrato un aumento medio annuo di 1,2%, che nelle attese degli economisti dovrebbe sostanzialmente replicarsi quest'anno, parallelamente ad una crescita del Pil intorno a 1,5%. Sul fronte del mercato del lavoro le attese sono per una riduzione molto graduale del tasso di disoccupazione, sceso a dicembre a 10,8%.

"La nostra idea è che la dinamica inflattiva si mantenga simile a quella di gennaio nella prima metà del 2018, per poi mostrare una marginale accelerazione, che dovrebbe portare a chiudere l'anno sui livelli del 2017", prosegue Federico, che segnala come l'ultima indagine sull'attività del settore manifatturiero segnali un'estensione delle pressioni inflazionistiche dei prezzi di input su quelli alla produzione.

BIVIO BCE

Nell'intera zona euro, dove la crescita del Pil nel 2017 è stata di 2,5%, a gennaio i prezzi al consumo hanno mostrato una crescita di 1,3% su anno, di un decimo più bassa rispetto a dicembre.

La missione Bce di riportare l'inflazione vicino al 2% in maniera duratura non è stata ancora portata a termine, ma nel consiglio di Francoforte è già di fatto iniziato il dibattito su tempi e modi della conclusione del programma di acquisto asset, alla luce di segnali sempre più incoraggianti dal lato della crescita.

Tale contesto esercita pressione verso l'alto sui tassi d'interesse sui titoli di Stato. Per un Paese ad elevato debitO pubblico come l'Italia la ripartenza dell'inflazione interna avrà dunque un' importanza cruciale, in quanto l'inflazione riduce il costo reale degli interssi che il Tesoro deve rimborsare.

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