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Italia, rimbalzo produzione compatibile con Pil positivo in primo trimestre

Un operaio a lavoro. REUTERS/Alessandro Bianchi (Reuters)

La produzione industriale italiana è cresciuta oltre le attese a febbraio, dopo la battuta d'arresto segnata il mese precedente, mantenendo intatte le prospettive di una debole crescita del Pil nel primo trimestre. Secondo i dati pubblicati stamane, con un'ora di ritardo rispetto al previsto per una protesta sindacale dei lavoratori Istat, la produzione è cresciuta dello 0,6% congiunturale dopo la contrazione dello 0,7% registrata a gennaio. La mediana delle attese degli analisti convergeva su un rimbalzo di 0,5%. "E'stata sostanzialmente compensata la caduta del primo mese dell'anno, che non ha dunque intaccato il trend di miglioramento della produzione industriale", commenta Loredana Federico, economista di UniCredit. Istat sottolinea che nella media del trimestre dicembre-febbraio la produzione è salita dello 0,4% nel confronto con il trimestre precedente. "Anche ipotizzando una lettura invariata a marzo, la produzione dell'industria dovrebbe segnare un aumento marginale nel primo trimestre", prevede Federico. Tornando ai dati odierni a perimetro annuo, la produzione industriale segna una flessione dello 0,2% da -2,2% di gennaio (-1,3% il consensus). Nelle attese dei previsori privati e istituzionali l'economia italiana dovrebbe tornare a crescere nel primo trimestre, mettendo a segno una marginale variazione positiva, assente dalle statistiche dalla metà del 2011. UniCredit prevede una crescita del Pil di 0,2% nel periodo gennaio-marzo, "principalmente supportata dal miglioramento del settore dei servizi, segnalato dalle indagini congiunturali". A marzo l'attività del terziario è tornata ad espandersi, determinando la crescita del settore privato più consistente da otto mesi. Il quadro macroeconomico contenuto nel Documento di Economia e Finanza licenziato la settimana scorsa dal governo prevede per quest'anno una crescita del Pil pari allo 0,7%, leggermente migliore rispetto alla precedente proiezione dello 0,6%. A supportare le aspettative di debole ripresa dell'economia italiana, l'orientamento ultraespansivo della Banca centrale europea, che dal mese scorso ha iniziato ad acquistare titoli di Stato nell'ambito di un programa di quantitative easing. A favore giocano anche la discesa dell'euro e la decisa frenata dei prezzi del greggio.