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Lavoro, Renzi striglia minoranza Pd: nessun ultimatum

Il premier Matteo Renzi in conferenza stampa a Bruxelles, 21 marzo 2014. REUTERS/Laurent Dubrule (Reuters)

di Francesca Piscioneri ROMA (Reuters) - Il decreto legge sul mercato del lavoro, che inizia in questi giorni l'iter parlamentare, può essere migliorato ma l'apprendistato e i contratti a termine sono "due punti intoccabili". Così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, chiede disciplina alle scomposte truppe del suo partito, il Pd, su un argomento cardine dell'azione del governo, che potrebbe diventare un boomerang in vista delle prossime elezioni europee del 25 maggio, qualora le divisioni interne ne ostacolassero l'iter parlamentare. Il decreto, di cui è estensore il ministro del Lavoro Giuliano Poletti - anch'egli del Pd -, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 20 marzo, e deve diventare legge a ridosso del voto per Bruxelles, pena la scadenza. "Leggo discussioni e ultimatum sul lavoro, che capisco poco. Non è una parte a piacere, il pacchetto sta insieme... Apprendistato e contratti a termine sono due punti intoccabili. Si possono migliorare, discutere quanto volete, ma sono due punti intoccabili", ha detto Renzi alla direzione del Pd nella sua veste di segretario del partito. Nei giorni scorsi diversi esponenti della minoranza Pd, compreso il presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano, hanno annunciato emendamenti al decreto ritenendo che le nuove norme sull'apprendistato e sul contratto a termine triennale senza causale aumentino la precarietà del lavoro piuttosto che ridurla. E stamani Stefano Fassina, critico con la gestione del partito da parte dell'ex sindaco di Firenze, ha detto in una intervista a Repubblica che a suo avviso i contratti a termine non potranno durare più di due anni, con al massimo tre proroghe dalle attuali otto. LEGGI AVALLATE DA SINDACATI HANNO AUMENTATO DISOCCUPAZIONE "Se abbiamo scelto di fare un decreto su questo e un disegno di legge delega sul resto è perché abbiamo immaginato l'urgenza di una risposta che è un pezzo di credibilità dell'Italia non solo sui mercati, e lo stiamo vedendo in questi giorni, ma anche rispetto all'equilibrio complessivo della manovra", ha aggiunto il premier. L'opposizione non si è lasciata sfuggire la ghiotta occasione per sottolineare le debolezze del partito del premier e stamani in un tweet, il capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, ha annunciato che il partito dell'ex capo di governo Silvio Berlusconi approverà il decreto senza modifiche. "Forza Italia voterà il decreto Poletti, così com'è, perché è di fatto il decreto Berlusconi sul lavoro. Che farà un Pd già in frantumi?", si chiede l'ex ministro della Funzione pubblica. Replica con un cinguettio il capogruppo del Pd alla Camera, Roberto Speranza, secondo il quale il "Pd migliorerà il decreto lavoro. Brunetta spieghi cosa ha fatto e cosa non ha fatto negli anni del governo Berlusconi. Ora tocca a noi". Renzi non ha risparmiato una ulteriore stoccata ai sindacati dicendo che con le attuali norme sul mercato del lavoro, "vidimate" dal sindacato, la disoccupazione giovanile è salita al 42%: "Non si pensi che si risolva il problema del mondo del lavoro rendendo sempre più difficile l'accesso per i nostri giovani". Il premier ha infine avallato le affermazioni di Poletti secondo il quale manca un miliardo per finanziare la cassa integrazione in deroga nel 2014: "Oggi, stime anche prudenziali dicono che per finanziare la cassa in deroga c'è bisogno di più soldi di quanti immaginati". Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia