Legge elettorale, Renzi non cede a minoranza Pd: approvarla entro maggio
ROMA (Reuters) - Il premier Matteo Renzi non indietreggia sulla legge elettorale, che vuole sia definitivamente approvata entro maggio dalla Camera, anche se questo provoca una divisione nel Partito Democratico, che ieri sera si è concretizzata nelle dimissioni del capogruppo a Montecitorio Roberto Speranza. E' questo l'esito dell'atteso incontro di ieri sera tra Renzi, che è anche segretario del Pd, e i suoi deputati. La minoranza del partito, che chiedeva nuove modifiche all'"Italicum" con l'effetto di rinviarne l'approvazione ad un nuovo passaggio in Senato, non ha tuttavia voluto inasprire lo scontro, sottraendosi alla conta all'interno del gruppo alla Camera. Infatti, non ha partecipato al voto del gruppo parlamentare sulla relazione di Renzi, che ha ricevuto il sì di 190 deputati su 310. "Tra di noi discutiamo, anche aspramente, ma il voto parlamentare in aula è un'altra cosa", ha detto a Reuters un deputato vicino a Speranza. A rimetterci, nella disputa interna, è stato però lo stesso Speranza, membro della minoranza, che ha dato ieri notte le sue dimissioni da capogruppo, come aveva annunciato in precedenza qualora Renzi si fosse rifiutato di accettare modifiche al disegno di legge elettorale. Quanto all'ipotesi del ricorso al voto di fiducia sull'Italicum, evocata anche ieri dal vicesegretario del Pd Debora Serracchiani, l'opposizione di centrodestra e Sel hanno chiesto ieri al presidente Sergio Mattarella di intervenire per impedirla, cercando di allargare al Quirinale uno scontro politico che avrà il suo punto di caduta nelle elezioni amministrative di fine maggio. (Roberto Landucci) Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia