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Pacchetto pensioni: tutte le opzioni sul tavolo

Andare in pensione a 63 anni (donne e uomini del settore pubblico) e 62 (per le donne del privato) oppure 62 anni e 6 mesi per le autonome dal primo gennaio del 2017. Ovviamente sempre fatti salvi i relativi anni di contributi.

Le prospettive

Questo il progetto su cui sta lavorando il governo e la cui intenzione è quella di rendere semplice sul piano dell'esecuzione. Infatti le decisioni riguarderanno 150mila lavoratori dal prossimo anno e 350 nel prossimo triennio. Ad essere coinvolti i lavoratori nati nel 1951-53 e che maturerebbero quindi i requisiti nel 2017, arrivando ai nati nel 1954 e nel 1955 che sarebbero i predestinati all'assegno tra il 2018 e il 2019.

Ma occupiamoci del presente.

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Iil presente vede l'adozione di strumenti di flessibilità per l'uscita anticipata dal lavoro, anticipo che sarebbe di tre anni rispetto alla tabella di marcia di un aspirante pensionato. A permetterlo potrebbe essere l'Ape, anticipazione pensionistica la cui valutazione sarà già presente all'interno della legge di stabilità, infatti come è facile prevedere, i vero nodo della questione sono le coperture: se da una parte l'adozione dell'Ape permetterebbe un costo orientativo di 600-700 milioni di euro, dall'altra il governo sarebbe intenzionato a stanziare 1,5 miliardi (anche se per i sindacati la cifra arriverebbe a 2,5) per risolvere il problema del trattamento sui lavori usuranti, le ricongiunzioni (cioè riunire sotto un'unica voce, tutti i periodi contributivi sparsi all'interno di diverse gestioni, per ottimizzare la resa in un solo assegno pensionistico) che potrebbero essere gratuite, i precoci, cioè chi ha iniziato a versare i contributi giovanissimo e a cui si potrebbe veder riconosciuto un bonus contributivo per ogni anno di lavoro fatto tra i 14 e i 18 anni.

Le opzioni sul tavolo

In realtà le intenzioni sono solo teoriche dal momento che la calendarizzazione delle discussioni ed eventuali approvazioni è slittata direttamente a settembre dopo la lunga pausa estiva di circa 40 giorni che attende i parlamentari e i rappresentanti del governo. Sarà infatti il 7 settembre che si affronterà l'argomento pensioni e il 12 si avrà un incontro politico per inquadrare meglio le misure da prendere anche se il pacchetto pensioni sarà comunque approvato prima della manovra di bilancio secondo quanto confermato da Tommaso Nannicini, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. All'interno del pacchetto le prime voci parlano anche di un rafforzamento della quattordicesima per gli assegni più bassi: attualmente i beneficiari sono coloro con una pensione inferiore ai 750 euro mensili: il progetto ancora da definire suggerisce più opzioni e cioè un aumento dell'assegno ad un abbassamento dell'asticella sul reddito minimo per gli aventi diritto in modo da aumentarne il numero. Ma la voce più importante resta comunque quella dell'Ape che il governo vorrebbe far percepire non come un prestito da restituire in 20 anni alle banche, ma come un anticipo sull'assegno spettante al futuro pensionato il quale si vedrebbe alleggerire il peso della rata da alcuni sgravi fiscali o esenzioni. Non solo ma è possibile pensare che per gli assegni più bassi ci sia un intervento dello stato.

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