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Italia mostra ancora squilibri eccessivi, urge correzione-Ue

Olli Rehn, commissario europeo agli Affari economici e monetrai, oggi a Bruxelles durante la conferenza stampa sulla governance economica in Europa. REUTERS/Yves Herman (Reuters)

MILANO/BRUXELLES/ROMA (Reuters) - L'Italia è insieme a Croazia e Slovenia nel gruppo dei 'gravemente insufficienti', tra i Paesi Ue ancora gravati da "squilibrio eccessivo" sui diciassette presi in esame dall'ultimo rapporto della Commissione. Il commissario Ue agli Affari economici e monetari Olli Rehn nella conferenza stampa di presentazione parla inoltre di rischio di contaggio per la zona euro dovuto all'elevato debito pubblico italiano. Pronta la replica del ministero dell'Economia, che diffonde una nota in cui si impegna a un programma di riforme "in linea con le indicazioni dell'Unione europea", affrontando "con determinazione" il problema del cuneo fiscale nell'intento di rilanciare la competitività. Non manca il riferimento ai progressi sinora ottenuti, come dimostra lo spread Btp/Bund ormai ampiamente inferiore ai due punti percentuali [nL6N0M234T]. Poco prima della pubblicazione dello studio di Bruxelles da Siracusa Matteo Renzi annunciava questa mattina già per mercoledì prossimo 12 marzo i primi "importanti provvedimenti", compreso quello sul sostegno all'occupazione. [nL6N0M21QN] Il premier ha ribadito la sua posizione in serata su Twitter: "I numeri Ue sull'Italia sono molto duri. Spero che sia chiaro perché noi dobbiamo cambiare verso. Ne parliamo il 12 marzo", cioè mercoledì prossimo. Tornando alla classifica del rapporto, dedicato al monitoraggio degli squilibri macro, Bruxelles mantiene poi altri undici paesi sottoposti a test al livello di 'imbalance'. A suo debutto lunedì prossimo in sede di Eurogruppo, anticipa una fonte Ue, il neoinquilino di Via XX Settembre Pier Carlo Padoan illustrerà ai colleghi della zona euro le "priorità di politica economica" del nuovo governo. UE CHIEDE INTERVENTI SU DEBITO E COMPETITIVITA' Il nome tecnico della procedura è 'in-depht review', prassi introdotta dopo l'esperienza della crisi che si aggiunge al normale monitoraggio nella cornice del semestre europeo. Non sono certo nuovi i rilievi che Bruxelles muove a Roma - elevato debito pubblico e carenza di competitività - legati entrambi al protratto periodo di crescita anemica. "Incoraggiamo il nuovo governo italiano a portare avanti urgentemente le riforme per rafforzare la crescita e la creazione di posti di lavoro" dice Rehn. Se paragonato agli altri due bocciati Croazia e Slovenia, il caso italiano è reso particolarmente grave e "urgente" dal peso dell'economia nazionale sull'intera zona euro e sull'Unione europea. Gli eccessivi squilibri macro, scrive l'esecutivo, rendono imperativa una risposta e interventi correttivi. "L'Italia deve affrontare il livello assai elevato del debito pubblico e la debole competitività esterna. [...] La necessità di un intervento decisivo per ridurre i rischi degli effetti avversi sul funzionamento dell'economia italiana e della zona euro sono di particolare rilevanza alla luce della dimensione dell'economia italiana". La montagna del debito grava pesantemente sull'economia in un quadro di crescita cronicamente bassa e inflazione contenuta. Perché il rapporto debito/Pil possa finalmente imboccare la china discendente occorre che l'Italia raggiunga e mantenga per un periodo prolungato un avanzo primario particolarmente elevato - superiore alla media storica - insieme a una crescita economica sostenuta. Pubblicate il 25 febbraio scorso, le stime d'inverno della Commissione danno il debito a 133,7% del Pil quest'anno e 132,4% il prossimo [nL6N0LU30N]. Calcolati in base ai parametri di Maastricht, i recenti dati Istat sul 2013 mostrano un debito pari a 132,6% del Pil da 127,0% del 2012 e un avanzo primario a 2,2% da 2,5% dell'anno precente. [nR1N0LN00E] Con queste premesse, dopo i "progressi" dell'anno scorso in direzione dell'obiettivo di medio-lungo, Bruxelles giudica insufficiente l'aggiustamento del deficit strutturale attualmente previsto per il 2014. Il governo ha messo in campo per quest'anno una correzione del disavanzo strutturale limitata a 0,1%, che porterebbe il deficit da 0,4% a 0,3%. PROCEDURA SEMESTRE EUROPEO PUO' CULMINARE IN SANZIONI In base al Fiscal Compact l'Italia - come ogni Paese europeo lontano dal target di 60% per il rapporto debito/Pil - dovrebbe ridurre ogni anno tale rapporto di un ventesimo della parte eccedente il 60%, nel caso di Roma pari quindi a circa il 3,5% annuo del Pil. Uscita l'anno scorso dalla procedura d'infrazione per deficit eccessivo, per il triennio 2013-2015 l'Italia è sottoposta a un periodo di transizione, in cui la richiesta fa riferimento a 'sufficienti progressi' nella direzione prevista dal Fiscal Compact. Dopo la pagella di marzo la tabella di marcia prevede che il mese prossimo i Paesi presentino a Bruxelles il programma di stabilità e convergenza, su cui la Commissione si esprimerà tra maggio e giugno. Ultimo passo - tra fine giugno e inizio luglio - le raccomandazioni 'country specific' proposte dalla Commissione e soggette all'approvazione del Consiglio. "In caso non vengano presi adeguati provvedimenti nei tempi richiesti si può arrivare a 'warning' o 'incentivi e sanzioni'. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia