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Renzi: tetto 3% deficit/Pil anacronistico, ma Italia rispetterà impegni

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il cancelliere tedesco Angela Merkel a Berlino lo scorso 17 marzo. REUTERS/Tobias Schwarz (Reuters)

ROMA (Reuters) - Matteo Renzi ammette di considerare superata la regola europea che limita al 3% del Pil il deficit di ogni Stato membro dell'Unione, ma conferma gli impegni presi dall'Italia. Illustrando alla Camera il vertice Ue di domani, Renzi cerca di spostare l'enfasi dal rigore dei conti alla crescita e all'occupazione. "È oggettivamente un parametro anacronistico, oggettivamente", ha detto il presidente del Consiglio in Parlamento riferendosi a una delle regole del Trattato di Maastricht che nel 1992 diede vita all'Unione europea. "Chi rappresenta un governo, però, garantisce prima di tutto il rispetto degli impegni" presi dal proprio Paese, ha aggiunto. Renzi ha detto che l'Italia vorrebbe sfruttare lo spazio tra il deficit/pil 2014 tendenziale e il 3%, ossia circa 0,4 punti o 6,4 miliardi, per finanziare una riduzione delle tasse sul lavoro. Il governo è impegnato anche in un ambizioso piano di riduzione delle spese da 34 miliardi in tre anni, a ripagare entro settembre tutti i debiti della pubblica amministrazione, a riformare il mercato del lavoro e le istituzioni. Queste iniziative, ha detto Renzi, puntano a dare nuova linfa alla crescita dopo nove trimestri di recessione. Le misure hanno sollevato, però, il timore che l'Italia, il cui debito sta per raggiungere il 133% del Pil, possa non essere in grado di rispettare gli impegni sul pareggio strutturale di bilancio e la riduzione del debito e tornare ad essere un possibile elemento di destabilizzazione sui mercati. Fonti governative italiane avvalorano l'idea che Roma, una volta assunta la presidenza di turno dell'Unione europea dal primo luglio, si muoverà per ottenere un allentamento delle regole del Fiscal Compact, la norma che impone ai paesi membri di ridurre la parte di debito superiore al 60% del Pil di un ventesimo l'anno. Ma con le elezioni europee del 25 maggio che si avvicinano e la prospettiva che i partiti antieuropei conquistino un numero importante di seggi dopo anni di austerity, l'enfasi in tutta Europa e non solo in Italia si sta spostando dal rigore dei bilanci alla crescita e all'occupazione. APERTURA DI CREDITO DALLA MERKEL La stessa cancelliera Angela Merkel, sostenitrice delle politiche di austerity, ha concesso credito a Renzi al termine del bilaterale di lunedì dicendo di essere rimasta molto colpita dal suo piano di riforme e di non aver motivo di dubitare che rispetterà il Patto di stabilità e crescita. "Trovo assolutamente fondamentale uscire dalla visione di una Europa che ci controlla e ci fa le pulci... Italia ed Europa sono sulla stessa barca", ha detto ancora Renzi. "Rifiutiamo una visione tecnocratica e incapace di offrire alcuna speranza", ha aggiunto. Il mese scorso la Commissione Ue ha declassato l'Italia tra i Paesi con squilibri macroeconomici eccessivi in compagnia di Slovenia e Croazia. Il commissario per gli Affari economici Olli Rehn lamenta un ritmo insoddisfacente nella riduzione del deficit strutturale e del debito. "Il tema in discussione è prendersi lo spazio che abbiamo, non sforare i parametri", ha detto ancora Renzi. "Abbiamo la certezza che i numeri sono dalla nostra parte: avanzo primario, export, la seconda manifattura in Europa che continua ad avere risultati straordinari". L'ex sindaco di Firenze, che nel weekend ha incontrato il presidente francese François Hollande, ha anche osservato come non tutti i Paesi europei rispettino i parametri di Maastricht. "La Francia, che pure è la Francia, è al 4,2% (di deficit/pil) anche se in un percorso di rientro. Lo dico perché è stato un argomento di discussione con Hollande: certo il debito è diverso ma lo è sia perché era inferiore, sia perchè la Francia è cresciuta più di noi", ha detto. (Giselda Vagnoni) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia