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Sterlina, si riparte dal 1985

Dopo il risultato del referendum nel Regno Unito, l’analisi tecnica deve lasciare lo spazio alla cronaca. La vittoria della fazione pro-Brexit ha infatti travolto nella notte i mercati finanziari con la forza di un vero e proprio tsunami. A testimonianza di questo ripubblichiamo un grafico sull’indice inglese già condiviso in questa sede poche settimane fa.

Fonte: Piattaforma NextGeneration di CMC Markets (Londra: CMCX.L - notizie) ; Giugno 2016

La resistenza posta a 6500 punti ha retto al movimento rialzista, rappresentando poi il punto di partenza per l’impulso ribassista, che ha portato, in questo esatto momento, una perdita del 10% circa.

Al momento risulta difficile un’analisi chiara dell’indice, dobbiamo aspettare un assestamento del mercato, anche se lo scenario è inevitabilmente ribassista e il minimo di febbraio a 5486 sembra essere il primo supporto disponibile.

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Clamoroso anche il movimento sullo yen che contro il dollaro ha toccato quota 99 per poi rimbalzare di nuovo sopra il livello di 100. La forza della valuta giapponese in uno scenario di Brexit era prevedibile, dato lo status di bene rifugio che ha sempre avuto.

Ora la palla passa a Kuroda e alla Bank of Japan, che in questi anni hanno messo in atto politiche non convenzionali per deprezzare lo yen e ora si trovano con una moneta forte ai livelli del 2014 quando iniziò il programma di quantitative e qualitative easing.

Fonte: Piattaforma NextGeneration di CMC Markets; Giugno 2016

Ineluttabile anche il movimento ribassista della sterlina, che è passata da 1.50 a 1.33 contro il dollaro nel corso di una sola notte. Il grafico giornaliero è molto eloquente nel testimoniare l’ampiezza del movimento, con una candela rossa che si estende per ben 18 figure, riportando il cable a livelli che non si vedevano dal 1985. Non sono da escludere nella giornata di oggi interventi da parte dei banchieri centrali per stabilizzare i mercati e porre un freno alla volatilità.

Fonte: Piattaforma NextGeneration di CMC Markets; Giugno 2016

È d’obbligo uno sguardo al future sul Volatility Index, l’indice della paura che è quasi raddoppiato superando i 28 punti, certificando l’inizio di uno scenario di risk off con cui gli investitori dovranno misurarsi nelle prossime settimane.

Fonte: Piattaforma NextGeneration di CMC Markets; Giugno 2016

Lo scenario da risk off è confermato dal Bund, il cui prezzo schizza verso i massimi storici e rendimenti sempre più negativi. Per chi detiene € in questo momento rappresenta una cassaforte in cui parcheggiare la liquidità, sebbene lo yield a scadenza risulti essere penalizzante.

Fonte: Piattaforma NextGeneration di CMC Markets; Giugno 2016

Partenza shock per il Dax che apre con un profondissimo gap down di quasi 1000 punti trascinato al ribasso dai titoli bancari, in primis Deutsche Bank (Londra: 0H7D.L - notizie) che ha ritoccato di nuovo il minimo a 13 € già testato due volte nel corso dell’anno.

Fonte: Piattaforma NextGeneration di CMC Markets; Giugno 2016

Solo da pochi minuti alcuni titoli azionari italiani prezzano e i ribassi sono molto pesanti, come dimostra il grafico di Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) che ha aperto con un significativo -25%. Male anche Intesa (-20%) e Ubi (Taiwan OTC: 6562.TWO - notizie) , pesante Yoox (-15%) che ha un’esposizione significativa nei confronti del mercato britannico.

Difficile commentare in modo razionale e fondato questo contesto di mercato estremamente fluido e magmatico. Sono molte le variabili in gioco sia dal punto di vista politico che economico, mentre da Londra giunge prepotente la notizia delle dimissioni del premier Cameron. Ricordiamo che domenica ci sarà una nuova tornata elettorale in Spagna che potrebbe vedere rafforzato il partito euroscettico di Podemos sulla scia del risultato del referendum.

Siamo indubbiamente in una fase critica per l’Unione Europea e non sono da escludere ulteriori scossoni, in attesa che si aprano i negoziati con Londra per rivedere gli accordi commerciali. Prevarrà una linea morbida o Bruxelles utilizzerà il pugno di ferro per scoraggiare ulteriori referendum che potrebbero minare l’architettura stessa dell’Unione?

A cura di Giorgio Benetti, Analista di CMC Markets

Autore: CMC Markets Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online