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Tasi, prelievo su prima casa resta analogo a livelli Imu

ROMA (Reuters) - Il carico fiscale sulla prima casa resta sostanzialmente lo stesso nel passaggio dall'Imu alla Tasi. Lo sancisce il decreto legge sugli enti locali approvato oggi dal Consiglio dei ministri, che ratifica l'accordo siglato dal precedente esecutivo con l'Anci. I sindaci potranno aumentare l'aliquota massima della Tasi, "per ciascuna tipologia di immobile", fino ad un massimo dello 0,8 per mille complessivo, spiega la presidenza del Consiglio. Quindi, l'aliquota sulla prima casa potrà salire dal 2,5 al 3,3 per mille. Il prelievo sulle altre abitazioni, come somma di Imu e Tasi, potrà salire dal 10,6 all'11,4 per mille. "L'incremento può essere deliberato dai comuni a condizione che il gettito relativo sia destinato a finanziare detrazioni o altre misure relative all'abitazione principale in modo tale che gli effetti sul carico dell'imposta Tasi siano equivalenti a quelli dell'Imu prima casa", aggiunge Palazzo Chigi. L'Imu ha funestato l'attività del governo di Enrico Letta sin dal suo insediamento. Pressato da Forza Italia e dal Nuovo centrodestra di Angelino Alfano, il precedente esecutivo ha cercato di ridurre strutturalmente il prelievo tributario sulla prima casa. Il maquillage fiscale introdotto nella legge di Stabilità ha creato un buco di oltre 1 miliardo nelle casse dei comuni ed effetti imprevisti nella tassazione degli immobili. A differenza dell'Imu, la struttura della Tasi non prevede detrazioni fisse identiche su tutto il territorio nazionale. La conseguenza è che "milioni di famiglie italiane [prima esenti dall'Imu] rischiavano di dover pagare la Tasi", ha ricordato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, in conferenza stampa a Palazzo Chigi. COMUNI INCASSANO ALTRI 625 MILIONI Il decreto del governo risolve questi problemi ma ne genera di nuovi. Alle associazioni datoriali non è sfuggito che alzare il prelievo sugli immobili diversi dall'abitazione principale significa penalizzare ulteriormente gli immobili strumentali all'attività economica, su cui è gravato circa metà del gettito Imu riscosso nel 2012. Da quel che spiega Palazzo Chigi, l'addizionale è valida solo nel 2014. Dal 2015 l'aliquota massima della Tasi salirà al 6 per mille sulla prima casa. I sindaci incassano inoltre 625 milioni come indennizzo dovuto alla differenza tra l'aliquota Tasi del 2,5 per mille e l'aliquota base Imu del 4 per mille. "Il contributo dello Stato di 500 milioni di euro per il 2014 attribuito ai Comuni dalla legge di Stabilità viene incrementato di 125 milioni di euro", spiega Palazzo Chigi. "Il riparto della cifra è stabilito con un decreto del ministro dell'Economia, di concerto con il ministro dell'Interno, secondo una metodologia condivisa con l'Anci", aggiunge la nota specificando che "è eliminato il vincolo di destinazione del contributo alle detrazioni, inizialmente previsto dalla legge di Stabilità". Il versamento della Tasi avverrà con il modello F24 e/o con il bollettino di conto corrente postale. Spetta al comune stabilire le scadenze di pagamento della Tasi e della Tari (la tassa sui rifiuti), "prevedendo almeno due rate a scadenza semestrale. I contribuenti possono comunque pagare in un'unica soluzione entro il 16 giugno di ciascun anno. (Giuseppe Fonte) Sul sito www.reuters.com altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia