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Telecom Italia, su presidente si va a conta dei voti in assemblea

MILANO (Reuters) - Sarà ancora Telco a decidere il cda Telecom Italia, anche se sulla presidenza si andrà probabilmente alla conta dei voti tra il primo azionista e il socio dissenziente Marco Fossati e saranno i fondi a fare la differenza. I candidati al vertice del gruppo sono Giuseppe Recchi per Telco e Vito Gamberale per la lista Fossati. Telco, che controlla il 22,4% di Telecom, è partecipata, in termini di diritti di voto, da Telefonica con il 46,18%, da Intesa Sanpaolo e Mediobanca con l'11,62% ciascuna e da Generali con il 30,58%. Fossati, che detiene il 5%, il 20 dicembre 2013 ha portato in assemblea una proposta di revoca dell'attuale cda, che è stata bocciata di misura dalla maggioranza dei presenti, ma raccogliendo voti favorevoli pari al 23% del capitale. Telecom Italia, controllata da Telco, ha respinto le principali richieste di Fossati sulla governance arrivate in questi ultimi mesi: dal criterio della pura proporzionalità per la nomina del cda, alla presidenza garantita alle minoranze. Si continuerà quindi a votare con il sistema attuale che prevede che la lista di maggioranza e quindi presumibilmente Telco, decida i quattro quinti del consiglio, mentre il presidente è lasciato al voto dell'assemblea. Secondo la nota Findim di oggi, le raccomandazioni del cda Telecom del 27 febbraio (che ha chiesto che il presidente venga scelto tra gli indipendenti) hanno affrontato in maniera "insufficiente la modifica della governance societaria". Fossati non intende prendere posizioni di controllo all'interno del gruppo, ma il suo obiettivo è trasformare Telecom nella "prima vera public company italiana, presupposto necessario per avviare un percorso di crescita di valore da troppi anni sacrificato a interessi particolari". LE LISTE PRESENTATE AD OGGI Telco ha proposto un consiglio formato da 13 persone: Denise Byrne Kingsmill, l'AD Terna Flavio Cattaneo, Giorgina Gallo, presidente onorario di Oreal Italia, l'AD di CartaSì Laura Cioli, Giorgio Valerio, Jean Paul Fitoussi, Luca Marzotto e Tarak ben Ammar, consigliere indipendente di Mediobanca. La lista prevede altri tre nomi (Elena Vasco, Paolo Fumagalli, Maurizio Dattilo), ma gli ultimi posti nel cda andranno sicuramente alle liste di minoranza, che veranno proposte da Assogestioni e dalla famiglia Fossati. La Findim propone invece una lista di minoranza formata da Gamberale, Girolamo di Genova e Franco Lombardi. Assogestioni non ha ancora presentato una lista, ma c'è tempo fino al 22 marzo. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia