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Thailandia, il saluto di Hunger Games diventa simbolo della protesta

Sombat Boongam-anong, attivista impegnato contro il golpe militare, nel suo account Facebook ha invitato la gente ad alzare le tre dita, tre volte al giorno (alle 9, alle 13 e alle 17) in luoghi pubblici sicuri, dove non siano presenti forze di polizia o militari.

Il saluto con le tre dita unite di The Hunger Games è diventato il simbolo della resistenza in Thailandia. I manifestanti che scendono in piazza contro il colpo di stato militare avvenuto nelle scorse settimane uniscono indice, medio e anulare e vengono minacciati di arresto per questo gesto mutuato dalla saga hollywoodiana interpretata da Jennifer Lawrence.

A sinistra una scena del film, a destra la protesta in Thailandia
A sinistra una scena del film, a destra la protesta in Thailandia


Sombat Boongam-anong, attivista impegnato contro il golpe militare, nel suo account Facebook  ha invitato la gente ad alzare le tre dita, tre volte al giorno (alle 9, alle 13 e alle 17) in luoghi pubblici sicuri, dove non siano presenti forze di polizia o militari. L’idea di identificare chi si ribella al nuovo regime con il gesto delle tre dita è nata durante i piccoli flash mob che si sono svolti nello scorso fine settimana.

“Sappiamo che proviene dal film e che rappresenta la resistenza all’autorità. Se un singolo individuo solleva le tre dita noi non intendiamo arrestarlo, ma se si tratta di un raduno politico di cinque o più persone allora dovremo prendere alcune misure cautelative: se la gente continua si procederà all’arresto”, ha dichiarato il colonnello Weerachon Sukhondhapatipak.

Nei film e nei libri della saga The Hunger Games il saluto con le tre dita simboleggia la ribellione contro il regime totalitario ed è gesto di ammirazione e di congedo da una persona cara. Per i thailandesi, però, le tre dita evocano la trinità della Rivoluzione Francese: libertà, uguaglianza e fraternità.


Non è la prima volta che un elemento della cultura pop viene assimilato dai manifestanti, basti pensare, per esempio, a quante maschere di Guy Fawkes, sono comparse in giro per il mondo dopo Occupy Wall Street. Il personaggio del film V for Vendetta è diventato il simbolo planetario dell’opposizione ai poteri forti. Anche il gesto di legare un nastro giallo come simbolo per gli ostaggi nacque da Tie a yellow ribbon round the old oak tree, canzone di Tony Orlando and Down del 1973.

La saga di Hunger Games è molto popolare in Thailandia, pur non avendo mai svettato nel box office: il film del 2012 ha incassato 2,1 milioni di dollari piazzandosi al 17° posto degli incassi stagionali, il sequel del 2013 a incassato 3,3 milioni di dollari piazzandosi all’ottavo posto fra le oltre duemila uscite stagionali. Lionsgate, la società distributrice dei film, non ha voluto commentare.

Brad Adams direttore di Human Rights Watch per l’Asia ha sottolineato come “l’assalto dei militari thailandesi ai diritti umani sia cresciuto a tal punto che non solo i manifestanti pacifici, ma anche chi osa sollevare le tre dita in segno di ribellione si guadagna l’ira del regime”.

Dopo alcuni mesi di dure proteste anti-governative che chiedevano le dimissioni della premier Yingluck Shinawatra, lo scorso mese il primo ministro è stato destituito dalla Corte Costituzionale con l’accusa di “abuso del potere politico a fini personali”, per aver rimosso dall'incarico nel 2011 l’ex capo del Consiglio di sicurezza nazionale ed averlo sostituito con un proprio parente. Dal 20 maggio 2014 l’esercito ha dichiarato la legge marziale con l’intento di trovare una soluzione alla crisi. Due giorni dopo, lo scorso 22 maggio, è avvenuto il colpo di stato, con lo scioglimento del governo ad interim, la soppressione della costituzione e l’istituzione del coprifuoco fra le 22 e le 5. Il 23 maggio il comandante in capo dell'esercito Prayuth Chan-ocha si è autoproclamato primo ministro ad interim. Ma le proteste non si sono fermate e sempre più mani si sollevano al cielo con tre dita unite contro il potere.