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Turchia, oltre 7.500 arresti dopo tentato golpe, 8.000 poliziotti rimossi

Turchia, sostenitori del presidenteTayyip Erdogan durante una manifestazione ad Ankara, ieri. REUTERS/Baz Ratner (Reuters)

ISTANBUL/ANKARA (Reuters) - Ankara ha arrestato oltre 7.500 persone, fra militari e giudici, sospettati di aver appoggiato un tentativo di colpo di stato, costato la vita a 232 persone. Ottomila membri della polizia sono stati rimossi dagli incarichi. Il primo ministro Binali Yildirim ha comunicato l'arresto, al momento, di 7.543 persone, fra cui 6.038 militari. Il premier ha reso noto che 232 persone hanno perso la vita nella notte tra venerdì e sabato, 208 dei quali civili, poliziotti e militari fedeli al governo; gli altri 24 sono golpisti. I feriti sono circa 1.400. Secondo la Cnn turca, inoltre, sono stati rimossi trenta governatori regionali e cinquanta alti funzionari. In queste ore di caos, caratterizzate da violenze diffuse, un assalitore non identificato ha fatto irruzione nell'ufficio del vice sindaco di un distretto di Istanbul e lo ha ucciso a colpi d'arma da fuoco. Il tentativo di prendere il potere da parte di un'ala dell'esercito nel week end scorso ha inferto "un pesante colpo in termini di organizzazione" al comando militare, ma quest'ultimo continua a funzionare in coordinamento con l'agenzia dei servizi segreti, la polizia e il governo. Il presidente Tayyip Erdogan e il governo ritengono che dietro il golpe ci sia il gruppo musulmano, basato negli Usa, Fethullah Gulen, ex alleato, che Erdogan accusa di aver creato una "struttura parallela" all'interno di tribunali, polizia, forze armate e media. Ankara continua a chiedere agli Stati Uniti l'estradizione di Gulen; Washington ha risposto che lo consegnerà soltanto se verranno fornite prove inoppugnabili che sia legato al golpe. Il premier Yildirim ha respinto la richiesta americana. I sostenitori di Erdogan si sono riuniti di fronte alla sua casa di Istanbul, chiedendo la pena di morte per i registi del colpo di stato, sebbene la Turchia l'abbia abolita nel 2004 nell'ambito delle iniziative volte a favorire l'ingresso nell'Unione Europea. "Non possiamo ignorare questa richiesta", ha detto Erdogan. "Nelle democrazie qualsiasi cosa dica il popolo deve essere fatta". Federica Mogherini, responsabile della politica estera Ue, ha richiamato la Turchia al rispetto dello stato di diritto, affermando che "non ci sono scuse per qualsiasi misura che porti il Paese ad allontanarsene". Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano.Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia