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Elsa Fornero: che fine ha fatto l’ex ministro del Welfare?

Elsa Fornero: che fine ha fatto l’ex ministro del Welfare?

La Riforma che porta il suo nome è diventata uno dei parafulmini del “Governo dei professori”, nonché uno dei rompicapi di più difficile risoluzione per il Governo Letta: stiamo parlando dell’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero, il più contestato nell’anno e mezzo del premierato di Mario Monti.

La professoressa torinese – ora tornata alla cattedra di Economia politica presso la Scuola di management e Economia dell'Università di Torino ha messo la propria firma su due riforme - quella del mercato del lavoro e quella del sistema pensionistico - altamente impopolari, ma da lei ritenute necessarie per mantenere i conti pubblici in regola. La sua vicenda da ministro, iniziata con le lacrime del 4 dicembre 2011, giorno della presentazione del decreto Salva-Italia, è stata segnata da numerosi errori di valutazione, su tutti quello che ha provocato il caso esodati, vicenda al centro di controversie e di scontri ideologici fra il Governo Monti e i sindacati e fra le stesse forze parlamentari. Uno scontro parlamentare conclusosi il 4 luglio 2012 con il respingimento, da parte della Camera dei deputati, di una mozione di sfiducia individuale presentata contro il ministro Fornero da Italia dei Valori e Lega Nord.

Che la sua parentesi politica si sarebbe esaurita con l’esperienza del Governo Monti, Elsa Fornero lo aveva fatto capire sin dagli ultimi mesi del suo mandato. E in una recente intervista ad Affari Italiani ha tenuto a sottolineare la propria rinuncia alla pensione da ex ministro: “Ma lo sa che, terminata la mia esperienza da ministro, sarei potuta andare in pensione con 10.300 euro lordi mensili? Invece ho declinato l'offerta ed attendo di andare in pensione tra 4 anni con un assegno decisamente più basso”, ha dichiarato a Giovanna Guzzetti.

Altri ministri, invece, l’occasione della maxi-pensione l’hanno colta al volo. Lei, autrice della riforma delle pensioni, si è mantenuta coerente con il suo stile low profile, sobriamente pragmatico e molto, molto sabaudo. È tornata all’attività accademica, tiene conferenze all’estero e proprio oltre confine sembrava dovesse proseguire la sua carriera dopo l’esperienza al governo. In un’intervista dello scorso febbraio per Linkiesta aveva rivelato di avere avuto un’offerta dal Max Planck Institute di Monaco di Baviera, un’opportunità che le avrebbe permesso di mettere fra sé e il suo vecchio incarico uno spazio fisico e mentale in grado di cancellare le numerose “amarezze” che l’avevano resa “avvilita e abbattuta” nella sua esperienza al dicastero del lavoro.

In un’altra intervista pubblicata quest’estate da Linkiesta, l’ex ministro del Welfare ha dichiarato di valutare come positiva l’attività del suo mandato. Se si escludono la vicenda esodati e il fallimento della riforma delle pensioni Fornero ritiene di avere “salvato l’Italia”. Pur facendo mea culpaper l'utilizzo del termine “choosy” che tante critiche le attirò proprio un anno fa, Fornero rivendica la bontà delle sue riforme “apprezzate, soprattutto all’estero”. Nella stessa intervista il ministro ha anche rivelato l’opera di dissuasione del marito Mauro Deaglio, un “lavoro” quello del coniuge che non ha avuto successo: “Mi è stato chiesto qualcosa e io l’ho fatto, al meglio delle mie capacità. In mente avevo solo l’interesse del Paese. Ecco perché oggi non ho rimpianti”.

Nelle parole di Elsa Fornero è facile intravvedere una sorta di sollievo per la conclusione dell’esperienza al governo. L’aura di messianesimo con cui fu accolto l’arrivo di Mario Monti si esaurì in poche settimane e i ministri iniziarono a percepire una sorta di distanza e di freddezza da parte del parlamento: “Io ho capito sin dall'inizio che il mio ruolo sarebbe stato a termine e senza futuro”. Un mondo, quello della politica, lasciato senza rimpianti. Nel futuro ci sarà l’insegnamento e poi la pensione: non da ex ministro, ma da ex docente universitario.