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Il piano per salvare la Spagna

Madrid naviga in cattive acque e l'UE mette sul piatto 100 miliardi, ma non senza condizioni

Potrebbero servire 100 miliardi di euro per salvare le banche spagnole, e con esse, l’intero Paese e forse l’Eurozona

Se la Spagna chiederà questi capitali, l’Europa li metterà a disposizione, cercando di evitare che Madrid  faccia la fine di Atene.

La contropartita però, chiesta come pare dalla ‘solita’ Angela Merkel, è una profonda riforma del sistema fiscale iberico, evidentemente considerato troppo lasco.

È sostanzialmente questo quello che si è deciso nel corso di un’animata teleconferenza che si è svolta nel pomeriggio di sabato 9 giugno tra i membri dell’Eurogruppo in apprensione per le sorti della Spagna e soprattutto per le conseguenze che potrebbe avere il suo tracollo.

Il paese guidato da Mariano Rajoy, benché fino a pochi anni fa fosse al centro di un ‘miracolo economico’ e fosse tra i paesi europei più floridi, si trova da anni a navigare in cattive acque.

La ragioni sono, purtroppo, numerose e varie: prima di tutto, lo scoppio della ‘bolla immobiliare’ che ha portato il paese  a un duro risveglio, con molti meno soldi di quanti credeva di averne, e migliaia di appartementi vuoti e invenduti ( benché sul mercato a prezzi stracciati). A questo si aggiunge la grande esposizione spagnola nei confronti del Portogallo, altro stato ad alto rischio e la previsione che l’economia iberica vada incontro, nel 2012 , a una contrazione del l’1,7, cui si somma il fatto che il piano di austerità approvato dal governo sta soffocando ogni tentativo di ripresa.

Una serie di fattori negati vi che convergono in uno, particolarmente significativo e capace di dare la misura della gravità della situazione: la disoccupazione giovanile, cioè di chi è sotto i 25 anni, ha toccato quota  51,1 %.

Dati drammatici, confermati anche dal rating del Paese, recentemente declassato a BBB.

Una situazione grave, da cui si può uscire, forse, ricapitalizzando le banche spagnole .
Da parte spagnola, la richiesta ufficiale di aiuto arriverà il prossimo lunedì, ma non senza qualche resistenza.

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A quanto risulta il governo iberico, prima di rivolgersi all’Europa vuole prima "analizzare il rapporto dell'Fondo monetario internazionale che quantifica in 40 miliardi le necessità delle banche"  e soprattutto i risultati degli audit sulle banche assegnati alle società Oliver Wyman e Roland Berger e che dovrebbero essere resi noti il 21 giugno.

 Solo che  fra 10 giorni però potrebbe essere troppo tardi.