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BREAKINGVIEWS - Trump fa da volano a movimenti europei anti-sistema

(Gli autori sono editorialisti di Reuters Breakingviews. Esprimono opinioni personali.) di John Foley e Neil Unmack LONDRA (Reuters) - Tra i diversi messaggi di auguri arrivati via twitter al neo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ce ne sono quattro che hanno particolare rilevanza nel contesto politico europeo e sono quelli dei leader anti-sistema di Germania, Francia, Italia e Olanda. Tutti hanno usato la vittoria di Trump per portare acqua al mulino della propria causa politica. E non sorprende: la ex star dei reality tv è la prova lampante di come l'inesperienza e un forte sentimento nazionalista non siano da ostacolo al successo elettorale. I partiti tradizionali possono ancora guadagnare terreno facendo le mosse giuste, ma le pastoie europee non sono dalla loro parte. Il tedesco AfD, il francese Front National e l'olandese Partito per la Libertà sono gli ovvi beneficiari della dottrina politica di Trump. E i loro leader Frauke Petry, Marine Le Pen e Geert Wilders hanno posizioni nettamente contrarie all'immigrazione. Gli ultimi due, in particolare, hanno apertamente sostenuto la campagna elettorale di Trump. Tuttavia, l'agenda protezionista del nuovo inquilino della Casa Bianca potrebbe accentuare i timori di natura economica che in Europa hanno rafforzato questi partiti. Nuove barriere al commercio da parte degli Usa potrebbero spostare il surplus di produzioni a basso costo dalle economie emergenti all'Europa, minacciandone l'occupazione. E se l'amministrazione Trump inasprisse l'attacco a Isis, il flusso di migranti verso il blocco europeo crescerebbe. Il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, ha definito la vittoria di Trump come un "Vaffa pazzesco". Pur non essendo allineato allo stile 'plutocratico' del magnate Usa, M5s punta comunque a dare un colpo al governo sostenendo il no al referendum costituzionale del 4 dicembre. Per dare una spallata a questi movimenti anti-sistema l'Europa dovrebbe fare uno sforzo comune che non sembra in grado di sostenere. Le barriere commerciali possono essere innalzate - come nel caso delle ulteriori misure di contrasto al dumping cinese sull'acciaio - ma devono essere negoziate a livello europeo. Una maggiore spesa per ridurre gli alti livelli di disoccupazione di Italia e Francia sono una possibilità ma la Commissione Ue è già sul piede di guerra per il ricorso a ulteriore flessibilità nei bilanci. Infine, la grande sfida dell'immigrazione. Le regole europee per la libera circolazione delle persone e l'accordo per distribuire gli arrivi sono già a un punto di rottura. Nel frattempo, c'è poco tempo per apportare cambiamenti sostanziali. Le elezioni in Olanda saranno a marzo, con Francia e Germania a seguire. Se l'Europa vuole sopravvivere ha bisogno di piegarsi, ma se è troppo fragile rischia di rompersi. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia