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Gnam Box, al Fuori Salone tutti pazzi per Stefano e Riccardo: “Il nostro obiettivo? Far stare bene le persone”

Il loro è stato lo spazio già visitato del Fuori Salone organizzato in occasione della Design Week di Milano, con oltre 10.200 persone che si sono riversate nella loro casa, costruita e arredata grazie al contributo di Ikea, per trascorrere qualche ora di relax, leggere, chiacchierare, scambiarsi idee e spunti e ovviamente mangiare. Perché per Stefano Paleari e Riccardo Casiraghi, fondatori di Gnam Box, il cibo è una vera e propria esperienza sensoriale che coinvolge non soltanto il palato, ma anche la vista, l’olfatto, il tatto, l’udito e persino cuore e anima, che è quello che mettono loro in ciò che fanno.

A pochi giorni dalla fine di quello che hanno definito “un sogno finalmente realizzato, perché volevamo un’esperienza così da molto tempo”, siamo riusciti a intercettare metà della coppia di “trend-setter”, Stefano Paleari, che ammettendo di essere ancora “in preda a una sorta di jet-lag” ci ha raccontato qualcosa dell’esperienza, regalandoci anche qualche consiglio per trasformare ogni pasto in un’esperienza memorabile.

Stefano, soddisfatti dell’avventura al Fuori Salone?
Moltissimo. Erano ormai già da due anni che alla Design Week facevamo Guam Box Café, che ci dava la possibilità di incontrare persone intorno a un tavolo, chiacchierare, condividere idee ed esperienze. Quest’anno siamo riusciti a farlo in grande, al posto d un tavolo abbiamo avuto una casa vera e propria grazie all’aiuto di Ikea, che ci ha cucito una casa intorno basandosi sul nostro stile e il nostro mood.

Voi vi siete fatti conoscere attraverso il cibo, con ricette originali, a tratti sperimentali, ma alla portata di tutti. Dal punto di vista del design, invece, qual è il vostro spirito?
Come per il food, a noi piace un design semplice, ma in grado di essere memorabile, che faccia capire alle persone che tutto è possibile. Nella nostra casa al Fuori Salone avevamo cucina ampia e spaziosa, un piano su cui potevamo cucinare con le persone, un grande tavolo da pranzo in grado di ospitare 20 persone e una zona living molto bella, con divani molto grandi dove ti potevi sedere e chiacchierare. Abbiamo portato molte cose nostre nello spazio per personalizzarlo ancora di più, e il fatto che ci fosse un terrazzo di 150 mq, che a casa non abbiamo, è stato un sogno. Avevamo anche un piccolo orto e un giardino di erbe aromatiche cui ricorrevamo per cucinare.

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Qual è il segreto per rendere anche la tavola più semplice originale e personalizzata?
Per la tavola ci piace creare sempre allestimenti che siano poi facili da rifare: condividiamo le foto su Instagram, e le persone vedono, provano e ci riescono, riconoscendo la semplicità delle idee. Adoriamo i fiori freschi, soprattutto i fiori di campo, quelli che si trovano appena esci un po’ da Milano, come facciamo noi quando andiamo a trovare le nostre famiglie in Brianza. Poi li mettiamo in barattoli di recupero, come quelli della salsa di pomodoro, o la bottiglia di birra: le teniamo tutte, ne abbiamo un cassetto pieno, puntiamo anche riuso dei materiali, che sono anche più originali dei semplici vasi. Un’altro elemento che usiamo moltissimo sono le erbe aromatiche, che leghiamo con uno spago al tovagliolo per creare un porta tovagliolo green e profumato. E un’altra cosa che abbiamo proposto al Fuori Salone ed è piaciuto moltissimo è stato lo scotch colorato, l’abbiamo usato per incollare proprio fiori ed erbe. Alla fine sembrava di pranzare in un’altra dimensione, abbiamo trasformato il pranzo, molto spesso un momento dato per scontato, in un momento magico, da ricordare. Le persone che sono venute hanno mangiato con calma, bene, ma soprattutto sono state bene. Che è poi la nostra missione principale, far star bene le persone.

E dal punto di vista dell’arredamento, cosa non manca mai nella vostra casa?
Cornici: ne abbiamo decine disseminate ovunque, sulle mensole, in cucina, sul pavimento, con poster che prendiamo durante i nostri viaggi, di illustratori e designer. E poi ci piacciono gli oggetti in ceramica, animali, piante, brocche, elementi un po’ bizzarri che fanno la differenza.

Durante la Design Week avete avuto ospiti particolari?
Ci ha fatto molto piacere rivedere Levante, ma anche Filippa Lagerback. Lei è venuta il primo giorno, e il fatto che fosse svedese (come Ikea, ndr) ci ha fatto sorridere. A lei poi siamo particolarmente legati perché è stata la prima a sdoganare il rabarbaro nella nostra cucina, e le abbiamo dedicato una crostata integrale con marmellata di rabarbaro.

Con la primavera inizia la stagione delle gite fuori porta e dei picnic. Qualche consiglio, dal punto di vista dell’allestimento e del cibo, per renderli indimenticabili?
Dunque, noi odiamo i piatti carta e quando organizziamo pranzi fuori porta e picnic ci portiamo i piatti da casa, magari un po’ più piccoli per essere più pratici. Li acquistiamo vintage nei mercatini, stanno benissimo sul telo in mezzo al prato. Se poi dobbiamo portarci tovaglioli evitiamo il total white e scegliamo quelli con grafiche carine e personalizzate. In generale puntiamo sui piccoli dettagli che fanno la differenza: se mangi devi trattarti bene, anche se lo fai da solo: apparecchiare, sederti con calma, mangiare in veri piatti e bere in veri bicchieri.

Sistemata la “tavola”, con cosa la riempireste?
Siamo fan delle creme e delle vellutate anche in estate, anche se è caldo le facciamo con le verdure di stagione, tiepide o fredde, perfette da portarsi in ufficio o per un picnic. Ultimamente abbiamo preparato quella con gli asparagi, che guarniamo con lenticchie croccanti, mentre alla Design Week è piaciuta molto quella con la mela e il sedano rapa, che una volta preparata può essere conservata in un tupperware e servita con mandorle croccanti da tenere in un barattolo. Sui dolci invece siamo tradizionali: per un picnic puntate sulla torta alle carote.