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Jobs act, Renzi: più diritti ma criterio è indennizzo per licenziamenti

Il premier Matteo Renzi, Milano, 17 ottobre 2014. REUTERS/Alessandro Garofalo (Reuters)

ROMA (Reuters) - Il Jobs act, per il quale domani, vigilia di Natale, il governo si prepara a varare i primi decreti attuativi, amplia la platea dei lavoratori tutelati ma sancisce l'indennizzo come strada maestra in caso di licenziamento. Lo ha ribadito stamani in una lunga intervista alla emittente radio Rtl 102.5 il premier Matteo Renzi augurandosi che nel 2015 i primi frutti delle riforme si manifestino "con un segno più degli indicatori economici". A chi gli chiedeva se domani sarà approvato il primo decreto attuativo sui nuovi contratti a tutele crescenti con l'ipotesi, in caso di licenziamenti, di lasciare alle aziende la possibilità di scegliere tra reintegro o un indennizzo più alto, il premier ha risposto: "La cosa fondamentale è che il Jobs act affronta le questioni della maternità della giovane mamma che può goderne in tutti i casi e la semplificazione delle forme contrattuali che oggi sono tantissime". Ma poi ha precisato che la riforma "riguarda anche, per le aziende sopra i 15 dipendenti, la possibilità di non dover ricorrere per forza al giudice in caso di licenziamento ma cresce la possibilità di indennizzo economico, tipo quello a cui lei faceva riferimento". Renzi non chiude quindi la porta alla richiesta avanzata dall'Ncd, ma contrastata dalla sinistra Pd, del cosiddetto opting out, la possibilità cioè che le aziende, anche qualora condannate al reintegro del lavoratore ingiustamente licenziato per motivi disciplinari, possano comunque scegliere l'indennizzo in denaro, seppure maggiorato. INDENNIZZI LICENZIAMENTI ECONOMICI Come noto, in caso di licenziamenti, il reintegro resterà in sostanza solo per le discriminazioni, mentre scomparirà totalmente per quelli economici. Per quelli disciplinari il diritto al reintegro resterà solo nel caso di insussistenza del fatto materiale che ha dato luogo al licenziamento, mentre negli altri casi sarà corrisposto un risarcimento in denaro. Per le aziende con meno di 16 dipendenti (per le quali non si è mai applicato l'articolo 18) non cambierà sostanzialmente nulla perché l'indennizzo massimo resterà di 6 mensilità mentre quello minimo potrebbe scendere a mezza mensilità per ogni anno di servizio dalle 2,5 attuali. Oggi è previsto un indennizzo di 10 mensilità per gli over 55. Per quelle con più di 16 dipendenti l'indennizzo sarebbe di 1,5 mensilità per ogni anno di anzianità per un massimo di 24 mesi, che potrebbe salire a due mensilità per chi impiega oltre 200 persone. I sindacati hanno chiesto che per i licenziamenti entro il primo anno l'indennizzo sia più alto, tra 3 e 6 mensilità, per disincentivare l'impresa. (Francesca Piscioneri) ((Redazione Roma, reutersitaly@thomsonreuters.com, +39 06 85224245, Reuters Messaging: francesca.piscioneri.reuters.com@reuters.net))Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia