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Chi è la donna che ha salvato Palla

Monica Pais, responsabile e anima della Clinica Veterinaria Duemari di Oristano, ci racconta il suo incontro con il cane che ha commosso il web e la sua vita fra i cari “rottami” a quattro zampe

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Poco prima di concludere la telefonata, Monica Pais, responsabile e anima della Clinica Veterinaria Duemari di Oristano, ci tiene a precisare: “Voglio che passi questo messaggio: Palla non ha bisogno di niente. La roba che ci sta arrivando, ci rende felici e ci sta aiutando con gli altri randagi. Siamo onorati perché significa che le persone di noi si fidano”.

Per chi non lo ricordasse, Palla è la povera cagnolina con la testa sformata a causa di un laccio di nylon chiuso intorno al collo di cui abbiamo già raccontato qui. Abbiamo raggiunto la dottoressa Pais però perché il “caso Palla”, che tanta visibilità ha portato alla Clinica e al suo lavoro (“sulla nostra pagina Facebook abbiamo più ‘mi piace’ di quella di 'Chi l'ha visto” ed è vero), non è quello più importante gestito da questa equipe. “Noi ci occupiamo di 'rottami’, cani sinistrati, denutriti, abbandonati. In 5 anni abbiamo permesso circa 1.000 adozioni, ma molti cani rimangono con noi perché non sono in condizione di essere adottati”.

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La clinica ha iniziato la sua attività nel 2003. Precedentemente la dottoressa Pais e suo marito (anche lui veterinario) Paolo Briguglio avevano un ambulatorio in cui operavano. Poi hanno creato la Duemri, la prima clinica di Oristano e una delle prime della Sardegna. “Tuttavia non siamo solo io e mio marito”, spiega la dottoressa. “Non potremmo fare niente senza il nostro team e gli amici che ci seguono”. Fra gli animali di chi ci lavora e gli “ospiti” randagi e non, nella clinica vivono molti animali. La dottoressa Pais ha 3 cani e 4 gatti “per uso personale”. Vivendo in clinica poi, quegli animali diventano di tutti.

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La storia di Palla sconcerta la dottoressa sarda, ma non più di tanto. “Palla era messa male, è vero, ma non è il caso peggiore che abbiamo avuto”, racconta. “Eppure ha catalizzato su di noi un'attenzione che non ci aspettavamo e che cercheremo di sfruttare per aiutare gli altri rottami che raccogliamo”.

Ci racconta il suo personale ricordo della storia di Palla?

Palla è arriva a noi perché è stata segnalata mentre rovistava nei sacchi di cibo per le galline. È arrivata a noi perché disturbava. La persona che fa questo lavoro - cioè recuperare gli animali per portarli in clinica - quando si è trovato davanti questo cane, ci ha chiamato per avvertirci che stava portando un animale di cui non si aveva idea di cosa avesse. Davanti a Palla la nostra prima impressione è stata sconcerto. Siamo abituati a recuperare animali sinistrati, ma non avevamo mai visto niente del genere. Poi ho provato pena, perché vagava da mesi nelle campagne di Terralba e nessuno aveva fatto niente per lei. Arrivata in clinica abbiamo visto il laccio che le stringeva la gola e attorno al quale il corpo dell'animale era cresciuto, segandogli quasi via la testa.

Ci spiega la dottoressa Pais che quella di usare un laccio o una fascetta stringicavo è un rimedio casalingo usato nelle campagne per tenere al guinzaglio un cane: “non è che gli vai a comprare un collare buono, fai con quello che hai”. Il punto è che questo laccio va allargato man mano che il cucciolo cresce. E questo non sempre succede.

Ad un certo punto la Clinica Duemari ha postato una comunicazione sulla sua pagina Facebook in cui invitava a diffidare delle raccolte fondi in favore di Palla. “Noi non abbiamo attivato né vogliamo attivare alcuna raccolta fondi in favore di questo cane. Ne sono partite un paio assolutamente illegittime, da persone che millantavano proprietà e associazioni, ma che volevano solo intascarsi dei soldi”, spiega la Pais. “Noi siamo una s.r.l. e non raccogliamo soldi”. Tuttavia in molti, spinti a commozione da quel cane con la testa enorme a causa della crudeltà e dell'incuria dell'uomo, hanno aggirato l'ostacolo e hanno contattato direttamente la clinica, inviando cibo e copertine.

Questi beni sono molto utili alla vita della clinica che non è semplice. “Noi accogliamo animali in difficoltà, che non possono andare ai canili”, racconta la veterinaria “Siamo riusciti ad avere una serie di partnership con le amministrazioni, che hanno portato a una piccola convenzione con la Asl per la prima visita, in seguito alla vittoria di un bando di gara provinciale. Riceviamo 60 euro lordi, anche se all'animale dobbiamo fare una tac o altri esami molto più costosi. Basti sapere che mantenere un cane in un canile convenzionato il comune spende circa 1.000 euro all'anno”. Il punto è che gli animali che arrivano alla Clinica Duemari “sono tutti disastrati, dei rottami. Arrivano cagnacci che, se andassero al canile, sarebbero subito condannati”, spiega la Pais. “La nostra struttura riempie un vuoto nell'assistenza agli animali. Sistemiamo questi animali per dar loro una seconda possibilità e cerchiamo di farli adottare attraverso la nostra pagina Facebook”.

Ma tra i ricordi più belli e dolorosi, la dottoressa Pais ne custodisce molti altri, legati ad altrettanti “rottami” a quattro zampe.

Ci racconta il rottame a cui è rimasta più legata?

Due anni fa mi è arrivata una foto di questo cane che si aggirava nelle campagne di un paesino del nuorese. Lo abbiamo poi chiamato Ossabella. Nella foto che mi è arrivata di notte sul cellulare, sembrava uno scheletro nella foto. La ragazza che me lo ha segnalato, si è resa disponibile a tornare sul luogo il giorno dopo con due veterinari della clinica, per recuperare la cagna. L'hanno trovata in un fienile, in condizioni drammatiche. Anche lei aveva un laccio intorno al collo. Osso era abbandonata a se stessa. Riesce a immaginare un pastore maremmano di 17 kg? Ero stupita che fosse ancora viva. Dopo 3-4 mesi è andata in adozione. È il rottame al cui ricordo sono più affezionata.

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Ma non c'è solo Ossobella. C'è anche Fresa/Felice, arrivato in clinica semi scuoiato da una fresa, e tanti altre creature a quattro zampe che potete scoprire (e adottare) tramite la loro pagina.

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Cosa direbbe a chi sta valutando di prendere un cane?

Chi vuol diventare il proprietario di un cane, deve rendersi conto che i cani non sono oggetti. Se tutto va bene, il cane ti accompagna per 14-15 anni. Il problema dunque non è tanto prendere un cane perché ti piace, ma capire che proprietari si è, per garantire una buona vita all'animale nel rispetto delle sue esigenze. Ognuno può scegliere se comprare un cucciolo o adottare un randagio: è come amare un uomo biondo o bruno, sono gusti personali. Inoltre non possiamo rimproverare a qualcuno di essersi comprato un animale di razza: ci si pone in maniera sbagliata. Ci deve essere una volontà e il modo giusto per far passare l'azione di volontariato, senza sminuire ciò che fanno gli altri. Quando si sceglie un animale, bisogna sceglierlo in base alla vita che si fa, al tempo che si ha disposizione.

Se siete stanchi di guardare le star che coordinano i loro cani toy con le scarpe e la borsa, potete sempre dare un'occhiata alla gallery fotografica della Clinica Veternaria Duemari e innamorarvi di uno di questi amorevoli “rottami”.

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