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Lavoro, Cgil conferma no a riforma dopo incontro con Renzi

ROMA (Reuters) - La Cgil conferma il proprio no alla riforma del mercato del lavoro proposta dal governo dopo l'incontro di stamattina con il presidente del Consiglio Matteo Renzi e minaccia il ricorso allo sciopero. Ci sono "tutte le ragioni per confermare la manifestazione del 25 ottobre e nuove forme di contrasto alle norme", ha detto il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, lasciando palazzo Chigi. Ieri il Consiglio dei ministri ha autorizzato il governo a mettere la fiducia sul disegno di legge delega sul mercato del lavoro che non piace alla Cgil perché potrebbe portare a norme meno rigide per i licenziamenti senza giusta causa. Renzi vuole il primo via libera del Parlamento entro domani quando presiederà a Milano una conferenza europea sul lavoro. Per la Cgil, la riforma del lavoro è "lo scalpo" che Renzi intende offrire alla Commissione europea per ricevere in cambio una valutazione morbida sulla Legge di stabilità. L'ex sindaco di Firenze, che alle Europee di maggio ha portato il Pd a quasi il 41% dei consensi, è convinto di avere l'opinione pubblica dalla sua parte, ma secondo la Camusso "se si guarda a tutti i sondaggi si scopre che alla domanda di dare una valutazione sui provvedimenti del governo su lavoro tutto questo consenso non c'è". Il mese scorso la Camusso aveva avvertito Renzi che una accelerazione sul cosiddetto Jobs Act avrebbe portato il sindacato ad andare allo scontro. "Aver messo la fiducia radicalizza ancor di più il fatto che non ci sia confronto con i sindacati", ha detto oggi la responsabile del primo sindacato italiano. "Credo che nessuno possa dire che si sia riaperta una stagione di concertazione, e non era la nostra richiesta, ma non si può dire nemmeno che si sia aperta una discussione con il sindacato sulle politche del lavoro. Ci hanno solo informato", ha aggiunto. Di altro avviso la Cisl e la Uil che sembrano aver apprezzato la decisione di eliminare l'obbligo del reintegro nel posto di lavoro del dipendente licenziato senza giusta causa solo per motivi economici e di lasciarlo per i licenziamenti discriminatori o disciplinari. "Sull'articolo 18 ci sono delle aperture", ha detto Annamaria Furlan, neo-segretaria della Cisl. Il numero uno della Uil Luigi Angeletti ha sottolineato il fatto che le nuove norme sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori varranno solo per i neo assunti. "Avremmo fatto lo sciopero generale se il governo fosse andato avanti a modificare l'articolo 18 per quelli che ce l'hanno", ha detto ancora Angeletti. (Alberto Sisto) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italianoLe top news anche su www.twitter.com/reuters_italia