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Medio Oriente, Stato Islamico resiste nonostante offensive aeree

Del fumo sale dietro a una bandiera dello Stato Islamico, dopo che forze di sicurezza irachene e combattenti sciiti hanno ripreso il controllo di Saadiya, nella provincia di Diyala. REUTERS/Stringer (Reuters)

BAGHDAD/BEIRUT (Reuters) - Anche se si sono fatti nemici in tutto il mondo e subiscono da tre mesi gli attacchi aerei della coalizione internazionale guidata dagli Usa, fin qui i combattenti di Stato Islamico hanno perso il controllo solo di poche aree del loro auto-proclamato califfato che si estende tra Iraq e Siria. Su un territorio di migliaia di chilometri quadrati, il gruppo radicale sunnita combatte contemporaneamente contro le forze irachene e quelle siriane, le milizie sciite, quelle curde e altri gruppi ribelli sunniti rivali. E finora sono stati un migliaio gli attacchi aerei avvenuti tra Iraq e Siria. Ma pur avendo perduto il controllo di alcune cittadine in Iraq - soprattutto quelle in aree etnicamente miste dove la presa dei fondamentalisti è più debole - Stato Islamico ha consolidato il proprio potere nell'area a maggioranza sunnita. Con poche eccezioni - come è il caso della più grande raffineria irachena, quella di Baiji, dove l'esercito è riuscito a rompere il loro assedio - i combattenti di Is controllano le province a maggioranza sunnita a nord e ovest di Baghdad. Secondo Hisham al-Hashemi, un esperto di sicurezza iracheno, in Iraq c'è di fatto una situazione di stallo: l'esercito sta riconquistando alcuni territori ma Stato Islamico ha più saldamente il potere nelle sue roccaforti. In Siria, invece, il gruppo radicale è sottoposto a minori pressioni militari, perché gli Usa possono contare su pochi alleati che sostengano la loro offensiva aerea. Offensiva che, secondo alcuni analisti, sta fallendo. Per Anthony Cordesman, del Center for Strategic and International Studies, gli Usa hanno una "non-strategia" in Siria, perché stanno cercando di combattere al tempo stesso Stato Islamico e il presidente Bashar al-Assad. Il risultato, dice Cordesman, è "un caos strategico" che consente alle forze di Assad di attaccare altri gruppi ribelli, alcuni filo-Usa, lasciando gli obiettivi di Stato Islamico alla coalizione a guida americana. (Dominic Evans e Oliver Holmes) Sul sito it.reuters.com le notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia