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Re dollaro abbatte il pound

Il petrolio ha dominato la scena sui mercati in una settimana non particolarmente ricca di dati macroeconomici. Ma l’accordo raggiunto dai vertici dell’Opec – che dovrebbe essere ratificato nel prossimo meeting di Vienna - è stato soltanto uno dei temi sul tavolo, con le elezioni americane che si avvicinano (la Clinton ha avuto la meglio nel primo confronto televisivo con Trump), mentre in Italia è stata fissata la data per il referendum costituzionale al 4 dicembre.

Proprio a proposito di Italia gli strategist di Hsbc hanno presentato tre possibili scenari post referendum: vittoria del sì (il governo resta), vittoria del no (Renzi perde ma resta) e infine la vittoria del no con le dimissioni dell’attuale governo; ebbene il terzo sarebbe lo scenario più delicato e rischioso per il Ftse Mib e per i titoli di stato italiani, mentre le ripercussioni parrebbero minori sull’euro.

Il dibattito politico resta al centro del mercato dei cambi anche per altri aspetti, con la sterlina nuovamente tornata sotto quota 1,30 nei confronti del dollaro, dunque a un solo punto percentuale dai minimi degli ultimi trent’anni toccati quest’estate a 1,2791.

Il pound è debole anche nei confronti dell’euro, con le quotazioni che nell’ultimo mese hanno seguito un canale rialzista, salvo poi uscirne nelle ultime sedute, per poi muoversi in laterale, senza ancora trovare una chiara direzionalità.

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Per ciò che riguarda il petrolio, sulla scia dell’accordo di Algeri le quotazioni sono salite fino in area 48 (Wti), mentre il Brent ha toccato nuovamente i 50 dollari al barile.

Resta laterale l’oro, con le quotazioni del prezioso incanalate in un trading range laterale ribassista, con una volatilità decrescente che ha portato in queste ultime sedute i prezzi a 1.325 dollari l’oncia.

Di Carlo Alberto De Casa

Chief Analyst ActivTrades

Autore: ItForum Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online