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Il risveglio dei metalli e delle soft commodities

Durante la prima settimana dell’anno abbiamo assistito a numerosi movimenti nel campo delle materie prime.

La battuta d’arresto del dollaro e dei rendimenti obbligazionari in seguito al periodo di crescita post-elettorale ha portato sollievo ai metalli preziosi. Il platino e il palladio hanno catturato l’attenzione, registrando forti guadagni legati al miglioramento delle prospettive dell’industria automobilistica.

Le soft commodities sono cresciute per le preoccupazioni relative agli approvvigionamenti, mentre la star del 2016, il gas naturale, si è mosso verso il basso trascinando con sé l’intero settore energetico.

Il Trump-day, fissato per il 20 gennaio (dunque tra due venerdì), si avvicina ed è ipotizzabile che il mercato adotti un approccio cautelativo, considerando i rischi derivanti da un presidente protezionista e dall’impatto delle sue politiche sull’inflazione.

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Ribilanciamento annuale dell’indice per attrarre l'acquisto di materie prime agricole

Lo S&P GSCI index e il Bloomberg Commodity index passeranno attraverso il processo annuale di ribilanciamento da 9 al 13 gennaio: le ponderazioni dell’indice vengono riallineate alle posizioni esistenti sulla base delle performance individuali dell’anno precedente.

Il settore agricolo, ad eccezione dello zucchero, sarà protagonista di un incremento in fase di acquisto, soprattutto nei casi di mais, grano, soia e bestiame vivo.

Petrolio Brent e gas naturali verranno venduti, mentre l’oro verrà acquistato. Queste transazioni sono note al mercato con largo anticipo ma potrebbero causare qualche movimento imprevisto.

Esposizione degli hedge fund fortemente sbilanciata verso il settore energetico

Il settore energetico rappresenta il 70% dell’esposizione degli hedge fund, con scommesse record registrate in seguito al successo dell’Opec nell’implementare il programma di tagli alla produzione per supportare l’aumento dei costi del petrolio.

L’oro è risalito, registrando il record delle ultime quattro settimane, proseguendo nella sua ripresa dopo aver toccato quota $1,123/oz lo scorso dicembre e assestandosi a $1,162/oz.

Platino e palladio sono le star della scorsa settimana. La loro crescita è dovuta al buon momento del settore automobilistico e ai forti dati di produzione di Stati Uniti e Cina.

Il petrolio cresce, ma attenzione al rischio di correzione

Petrolio Brent e WTI hanno vissuto un momento di crescita durante il primo giorno di negoziazione, rispettando le aspettative legate ai tagli della produzione imposti dall’Opec, subendo però in seguito un calo del 5% nel corso della settimana.

Grande attenzione sarà quindi rivolta all’impegno effettivo dei produttori Opec e non-Opec a tagliare la produzione.

Il rischio principale, che potrebbe causare una correzione profonda, è la posizione speculativa record detenuta dagli hedge fund. L’improvviso sell-off del 5,5% dello scorso martedì, senza apparenti motivazioni, è stato un chiaro segnale del pericolo di un posizionamento di mercato unilaterale.

Il Brent è attualmente negoziato con una tendenza rialzista che punta a $65. Una posizione già molto lunga, unita al rischio di un possibile aumento della produzione da parte di Paesi quali Libia, Nigeria e Stati Uniti potrebbero portare al superamento della soglia dei $60.

di Ole Hansen, Head of Commodity Strategy di Saxo Bank

Autore: Saxobank Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online