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S'avanzano i renzini, imprenditori entusiasti del premier

L'imprenditore Carlo De Benedetti in una foto d'archivio. /REUTERS (Reuters)

di Paolo Biondi ROMA (Reuters) - Carlo De Benedetti, Diego Della Valle, Luca di Montezemolo. Cos'hanno in comune? L'entusiasmo per Matteo Renzi. In modi, forme e - forse - scopi diversi. De Benedetti ha schierato Repubblica da molto prima delle primarie 2012 a sostegno del sindaco di Firenze, sfidando persino "il fondatore", quell'Eugenio Scalfari mai pienamente convinto della scelta, spesso anzi visibilmente contrario. Della Valle è partito dalle ore passate fianco a fianco sugli spalti dell'Artemio Franchi a sgolarsi, patire e gioire insieme per la Viola per costruire ben più solide affinità strategiche su politiche industriali. Montezemolo ha eletto in Renzi il nuovo simbolo di quel terzismo per il quale si batte e sbatte da una vita ed è stato protagonista di un incontro con il presidente del Consiglio nei giorni in cui stava preparando la lista dei ministri, incontro che incuriosì molto i cronisti. In giro li hanno connotati come la punta avanzata dei renzini. Renzini? Chi sono i renzini? Riecheggiano i berluschini di antica memoria: quel manipolo di piccoli imprenditori che sulla scia della conquista del governo da parte di Silvio Berlusconi nel 2001 partirono alla conquista di Confindustria dietro le insegne del napoletano Antonio D'Amato. Ma le differenze sono molte, troppe. Allora il leader naturale anche dal punto di vista industriale di quegli imprenditori era lo stesso Berlusconi, capo dell'impero Mediaset con annessi e connessi e la corona dei piccoli e medi era una massa critica della rivolta contro salotti buoni e circoli esclusivi del potere finanziario. Oggi i renzini sono un manipolo composito di imprenditori che non ha certo bisogno di un leader, spesso sono leader a loro volta e Renzi rappresenta piuttosto una sponda politica. Ma uguale al 2001 è la voglia di rivincita e di ribaltare sclerotizzati schemi e alleanze. Non è un caso che lo stesso D'Amato ora straveda per Renzi. Talvolta sono nella lista solo perché non hanno trovato altre sponde politiche o per ragioni di opportunità: accodarsi al leader di turno è sport antico e molto praticato. LA POLITICA DEI PRANZI Il capo del governo, politico puro, ha per il mondo degli imprenditori una innata attrazione. Non solo li conta nella cerchia ristrettissima dei suoi amici, a iniziare dal quel Marco Carrai in questi giorni finito sulle prime pagine malgrado la sua ritrosia a ogni forma di pubblicità. Li cerca e non disdegna sedersi a tavola con loro. Ed è attento a consigli e suggestioni, particolarmente importanti alla vigilia di una delicata e robusta tornata di ricambio di manager alla guida di aziende a controllo pubblico: 76 direttamente o indirettamente controllate dal governo sono quelle con organismi di controllo da cambiare questa primavera. L'ultimo pranzo passato alle cronache è quello del 12 marzo quando Renzi ha ricevuto alla tavola di palazzo Chigi l'ex presidente del Brasile Ignacio Lula accompagnato da Marco Tronchetti Provera, che con la Pirelli ha più di un interesse in Brasile. Ma di pranzi famosi con imprenditori nella storia renziana ce ne sono almeno altri due, a Milano. Il primo è del 19 gennaio 2012, quando con gli amici Carrai e Giorgio Gori (Magnolia), si sedette alla tavola dell'hotel Principe di Savoia con Antonio Campo Dall'Orto (Mtv Europa), Pietro Boroli (De Agostini) e Davide Rampello (Triennale Milano). Solo un assaggio del ben più ricco menù al Four Seasons, sempre di Milano, qualche mese dopo, il 17 ottobre 2012. A quella tavola Renzi trovò seduti, in compagnia dell'amico Andrea Guerra (Luxottica), Claudio Costamagna (uomo Goldman Sachs ora a Salini Impregilo), il finanziere Francesco Micheli, Andrea Casalini (Buongiorno), Benito Benedini (Cabefin e Progetto Grano, fra le altre), Giorgio Basile (Isagro), Carlo Salvatori (manager di Lazard Italia e Allianz, inizialmente scettico ma che lunedì scorso ha dichiarato al Corriere: "La politica la rispetto, ma non interferisco. Dico quel che penso da cittadino: credo che l'Italia abbia bisogno di una persona con le sue capacità"), Franco Moscetti (Amplifon), Flavio Valeri (Deutsche Bank Italia), un entusiasta finanziere Guido Roberto Vitale ("Renzi parla come una persona di sinistra moderna"), Enzo Chiesa (ex Bpm), Alessandro Castellano (Sace) e Andrea Soro (Royal Bank of Scotland). Attovagliare imprenditori è uno dei passatempi preferiti di Renzi. "I tavoli della sua galassia industriale sono molteplici e diversissimi fra loro. Lui fa il giro della sposa: confetti e sorrisi per tutti. Ma non è detto che tutti siano o rimarranno amici", racconta a Reuters un deputato del Pd che lo conosce bene. LE TAVOLATE DELLA LEOPOLDA L'immagine della galassia dei tavoli con Renzi viene naturale perché è stato proprio lui, all'ultima Leopolda (il think tank sociopolitico che ha riunito nella vecchia stazione fiorentina in questi anni), a dividere i partecipanti in diversi tavoli di non più di una decina di persone ciascuno. Alla Leopolda si è seduto con gli amicissimi Guerra, Davide Serra (Algebris), Oscar Farinetti (Eataly) e lo stilista Brunello Cucinelli, anche Giampaolo Dallara (casa automobilistica già in Formula 1). Cucinelli ci introduce agli amici toscani del mondo della moda: Ferruccio Ferragamo, Patrizio Bertelli con Miuccia Prada (Prada) e Roberto Cavalli. Ma la tavolata toscana non è fatta solo degli splendidi tessuti degli stilisti: ha anche argenteria preziosa come Lorenzo Bini Smaghi (uomo Morgan Stanley, già Tesoro e Bce, ora Snam e Fondazione Strozzi). E limitrofo al mondo renziano è quell'imponente centro di pubbliche relazioni che è l'Osservatorio giovani-editori di Andrea Ceccherini che sulle splendide colline senesi de La Bagnaia (proprietà della vedova del petroliere Attilio Monti, Maria Luisa Monti Riffeser) riunisce i principali editori italiani. Abitué di quegli incontri non solo è John Elkann - che fa raggiungere a Renzi l'invidiabile primato di essere assiduo sia di Della Valle sia di Elkann, acqua e fuoco, diavolo e acqua santa - ma anche Piergaetano Marchetti e Andrea Riffeser (figlio della padrona di casa), Pietro Scott Jovane e di nuovo Benedini (questa volta nella veste di editore del Sole 24 Ore). LE DICHIARAZIONI ENTUSIASTE L'elenco degli industriali che vogliono avere un abboccamento con il presidente del Consiglio si allunga di giorno in giorno, mentre si amplia la lista delle dichiarazioni positive nei suoi confronti: "Sono per quelli che fanno", ha detto di lui Alberto Nagel (Mediobanca) e giudizi lusinghieri privati o pubblici hanno usato anche Vittorio Colao (Vodafone), Fabrizio Palenzona (autostrade e banchiere dai mille tentacoli), Fabrizio Landi (ex Esaote), il re della chimica piemontese Guido Ghisolfi e il toscano d'adozione Paolo Fresco. Nelle cronache renziane spunta sempre più spesso anche Mario Greco (Generali) che ha accompagnato il premier lunedì 17 marzo da Angela Merkel insieme con il fiorentino Alberto Aleotti (Menarini), al manager Enel in scadenza Fulvio Conti e al presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, che non può essere certo iscritto nella lista degli entusiasti del governo Renzi. Non ci sono dubbi invece sull'entusiasmo di uno degli industriali italiani più conosciuti nel mondo, Leonardo Del Vecchio, che in Renzi spera "molto, molto, molto come tutti gli italiani" e non è il solo dalle sue parti. Il presidente del Consiglio proprio in Veneto, a Treviso, ha deciso di andare per la sua prima visita ufficiale da premier per incontrare il locale presidente degli industriali Alessandro Vardanega (Cotto Possagnago), capofila di coloro che vorrebbero fare fettine della contrattazione nazionale ed anche di quella locale per lasciarla in mano a ogni singola azienda. E il presidente degli industriali lombardi, Gianfelice Rocca (Techint), ha detto al Corsera che "le prime misure del governo vanno nella giusta direzione". Quella fatta fin qui, per quanto lunga, rispetto all'argomento è una lista molto smilza, con tanti buchi e dimenticanze, come quelle dei buoni conoscenti di Carrai Franco Bernabé e Chicco Testa o di Giancarlo Cremonesi (Acea) e Andrea Zappia (Sky Italia) che si sono fatti notare nella platea del dibattito con Renzi e Massimo D'Alema al Tempio di Adriano a Roma il 18 marzo. E scorrendo la lista dei renzini ci si imbatte anche in sorprendenti presenze, come quella del duo superberlusconiano Ennio Doris (Mediolanum: "Faccio il tifo per Renzi") e Fedele Confalonieri che agli intimi del Cavaliere sussurra del fiorentino: "E' un fuoriclasse". Difficile spiegare come nello stesso elenco possa starci un ex vendoliano come Vitale insieme con la tessera numero Uno del Pd De Benedetti insieme con l'amico di una vita di Berlusconi Confalonieri. Fa parte di quel "disinvolto rapporto laico e non fideistico con la politica che ha Renzi e che si riflette anche sulle sue amicizie, da quelle più vicine a quelle passeggere", come racconta un fedelissimo del premier. Insomma, nel breve lasso di tempo intercorso da quando avete iniziato a leggere queste righe bisognerebbe riprendere l'elenco da capo per aggiornarlo. Difficile immortalare in una istantanea il dinamismo renziano. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia