Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • FTSE MIB

    34.492,41
    +44,84 (+0,13%)
     
  • Dow Jones

    38.686,32
    +574,84 (+1,51%)
     
  • Nasdaq

    16.735,02
    -2,06 (-0,01%)
     
  • Nikkei 225

    38.487,90
    +433,77 (+1,14%)
     
  • Petrolio

    77,18
    -0,73 (-0,94%)
     
  • Bitcoin EUR

    62.160,00
    -145,64 (-0,23%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.422,05
    -6,52 (-0,46%)
     
  • Oro

    2.347,70
    -18,80 (-0,79%)
     
  • EUR/USD

    1,0854
    +0,0019 (+0,17%)
     
  • S&P 500

    5.277,51
    +42,03 (+0,80%)
     
  • HANG SENG

    18.079,61
    -150,58 (-0,83%)
     
  • Euro Stoxx 50

    4.983,67
    +1,49 (+0,03%)
     
  • EUR/GBP

    0,8514
    +0,0005 (+0,06%)
     
  • EUR/CHF

    0,9784
    +0,0001 (+0,01%)
     
  • EUR/CAD

    1,4778
    -0,0040 (-0,27%)
     

Si sta avvicinando una nuova crisi?

Il tasso d'insolvenza dei prestiti è la chiave per comprendere come funziona il settore bancario. Esso (Euronext: ES.NX - notizie) risponde ad una domanda: qual è la percentuale dei prestiti che ha un netto ritardo nei pagamenti? Il tasso d'insolvenza è di gran lunga l'indicatore più utile per evidenziare lo "stress di credito". Sembra, tuttavia, come se l'insolvenza non contasse più. Pochi stanno prestando attenzione alla rapida e improvvisa crescita del tasso d'insolvenza. Che cosa ci dice? Ma soprattutto, è in arrivo una nuova crisi bancaria?

Questo è ciò che è accaduto dopo che Janet Yellen ha lasciato salire il tasso dei Fed Fund a dicembre

L'ho detto più volte e lo ripeto anche qui: l'ultima volta ci sono voluti Alan Greenspan e diciassette rialzi dei tassi per portare il tasso dei Fed Fund da un minimo storico dell'1% al 5.25%, prima che l'economia degli Stati Uniti affrontasse la peggiore recessione sin dagli anni '30. Non saremo così fortunati questa volta.

I rialzi dei tassi da parte di Greenspan non influenzarono subito i tassi d'insolvenza. Lo stress di credito venne sottomesso fino ad un anno dopo l'ultimo rialzo dei tassi. Solo nel primo trimestre del 2007 i tassi d'insolvenza cominciarono a salire. Il motivo è chiaro come l'acqua che circonda le Bahamas: negli anni precedenti la Grande Recessione, la crescita del credito s'era principalmente focalizzata nel mercato immobiliare statunitense.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

La crescita del credito è stata principalmente determinata dai mutui ipotecari. Questi ultimi sono stati generosamente forniti dalle banche commerciali, ma sempre più a mutuatari subprime (subprime fa riferimento ad uno scarso rating di credito). Eppure questi mutuatari subprime non pagavano tassi d'interesse più elevati sui loro mutui nel momento in cui Alan Greenspan ha cominciato a lasciar salire i tassi. Ma non appena i loro tassi teaser (promozionali) si sono resettati, hanno iniziato a "sentire il gelido tocco della morte". I tassi d'insolvenza sono schizzati alle stelle e l'economia americana è finita in recessione.

I tassi teaser, il basso tasso d'interesse iniziale che un mutuatario paga per i primi anni, erano i responsabili del ritardo tra i rialzi di Greenspan e la recessione del 2008.

Più fragilità

Oggi la Federal Reserve sta ignorando una verità molto scomoda: l'economia globale è molto più fragile rispetto all'ultima volta. E non abbiamo tassi teaser nel credito subprime di oggi (a meno che non consideriamo come "tassi teaser" i produttori di petrolio che hanno protetto i prezzi del petrolio con l'acquisto di futures).

Questa volta sicuramente non avremo bisogno di diciassette rialzi dei tassi, o tre anni, prima che l'economia finisca in recessione.

Infatti sappiamo cos'è successo dopo che Janet Yellen ha aumentato il tasso dei Fed Fund di un semplice quarto di punto percentuale: il tasso d'insolvenza sui prestiti commerciali e industriali è aumentato del 50%. Proprio così. Per un misero quarto punto di percentuale, il tasso d'insolvenza nel settore bancario statunitense è esploso dall'1% all'1.5%.

È per questo motivo che nessuno sta prestando attenzione

Perché nessuno sta prestando attenzione a questo innegabile cambiamento nel ciclo del credito? Perché il Federal Open Market Committee (FOMC) nemmeno lo menziona? Perché i campanelli d'allarme non stanno suonando sia nelle sale della FED sia sulla stampa finanziaria?

L'unica risposta a queste domande è che la FED sta commettendo un peccato capitale. Il numero principale, il tasso d'insolvenza su tutti i prestiti, è diminuito nel primo trimestre del 2016 dal 2.20% al 2.17%. Ciò ignora, tuttavia, le pressioni in fermento nei bilanci delle banche. I funzionari della FED sembrano concentrarsi su tale numero, ignorando i fondamentali in deterioramento.

Con l'aumento dei prezzi delle case, un mercato immobiliare vivace, un aumento dell'occupazione e tassi d'interesse ai livelli più bassi nella storia del mondo, il default sul debito ipotecario e su quello delle carte di credito stanno raggiungendo i minimi storici. Ma l'insolvenza sui mutui e le carte di credito tende ad avere un certo ritardo nel ciclo economico. In genere, aumenta solo quando siamo già in recessione, proprio come la disoccupazione tende ad essere un indicatore in ritardo.

Fonte: St. Louis Fed

Anche se siamo sull'orlo di una nuova crisi bancaria, il numero principale non potrà mai dircelo in anticipo.

Quali prestiti sono sempre in ritardo?

Se i tassi d'insolvenza sul credito al consumo (mutui e debito delle carte di credito) non ci aiuteranno a stimare la probabilità di una nuova crisi bancaria, allora quali tassi d'insolvenza contano davvero?

Vediamo prima una classica ripartizione di un portfolio bancario. I prestiti della banca possono essere divisi in tre gruppi:

  • Consumatori

  • Aziende

  • Immobiliare (sia commerciale che residenziale)

(Solo per il gusto di un confronto, le banche statunitensi attualmente detengono $1,300 miliardi in debito dei consumatori, $1,810 miliardi di debito commerciale e industriale, e più di $3,000 miliardi in debito immobiliare.)

Le banche prestano denaro ai consumatori per l'acquisto di abitazioni (mutui) o beni di consumo (debito delle carte di credito). Abbiamo concluso che i tassi d'insolvenza su tali prestiti tendono ad essere in ritardo nel ciclo economico.

Cos'è rimasto?

I prestiti alle imprese, in qualsiasi forma. La maggior parte di questi prestiti è ancorata ad un tasso d'interesse di riferimento, per esempio il LIBOR. Dopo il primo rialzo dei tassi da parte della FED, lo US dollar 12-month LIBOR è salito da circa lo 0.8% all'1.3%. I mutuatari marginali sono stati lentamente spinti verso la bancarotta.

Il rialzo dei tassi a dicembre ha chiaramente determinato un cambiamento delle maree: i tassi d'insolvenza hanno toccato il fondo e stanno salendo. E non dimenticatevi anche questa cosa: il fatto che i tassi d'insolvenza non diminuiscono, ma hanno cominciato ad aumentare, è sempre un segnale chiaro di una recessione — almeno lo è stato nel corso degli ultimi venti anni. E nello stesso periodo, tale indicatore non ha mai dato un "falso positivo", a differenza di molti altri indicatori.

Fonte: St. Louis Fed

Fonte: St. Louis Fed

Fonte: St. Louis Fed

Tassi d'insolvenza in Europa

Anche il tasso d'insolvenza in Europa è in aumento. Ciononostante dobbiamo individuare i paesi che incidono su questa media. Le banche italiane, in particolare, sono affette da un tasso d'insolvenza incredibilmente alto. Il tasso d'insolvenza in Italia è a livelli così estremi che il paese potrebbe trasformare la crisi dell'euro in una notizia da prima pagina ancora una volta (se per una volta la Grecia rimane in disparte).

Fonte: Banca Centrale Europea (CBD2, 'strumenti di debito lordi non-performanti')

Tenere d'occhio il tasso d'insolvenza

Cosa accadrà? Dovremo aspettare e vederlo per scoprire come si sono comportati i tassi d'insolvenza nel secondo trimestre. Tuttavia, è chiaro che la marea è cambiata. È irrilevante se la Federal Reserve alzerà i tassi a luglio o a settembre. Attualmente il consenso generale dice che dovremmo aspettarci altri due rialzi dei tassi quest'anno. Se questo è vero, possiamo aspettarci che i tassi d'insolvenza saliranno ulteriormente nei prossimi trimestri.

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) 2006 erano passati esattamente dodici mesi dopo i che tassi d'insolvenza avevano raggiunto dei minimi e poi cominciò la recessione. Se tale periodo può fungere da riferimento, siamo in vista di una nuova recessione. Nel primo trimestre della Grande Recessione nel 2008, i tassi d'insolvenza erano solo dell'1.45%. Siamo già al di sopra di tale livello. Il rovescio della medaglia, però, è che non dobbiamo ignorare che ci sono voluti tre anni di aumento dei tassi d'interesse prima che l'economia entrasse in recessione nel 2001. I cicli di credito non sono una scienza esatta. Tuttavia la tendenza è chiara e il presidente della FED, Janet Yellen, dovrebbe essere terrorizzata riguardo questo sviluppo preoccupante.

Il fatto che l'aumento dell'insolvenza dei prestiti coincida con montagne di debito in scadenza nel 2016 e nel 2017, è un argomento per la prossima volta.

Di Olav Dirkmaat

Traduzione di Francesco Simoncelli

Autore: Francesco Simoncelli Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online